BARONISSI. LA DENUNCIA DI SINISCALCO (LEGA): “ESCLUSO DA CONSULTA COMMERCIO PERCHE’ FACCIO POLITICA”

Il Consiglio Comunale, con un atto “ad personam” o meglio “contratti personam”, ha deciso di adottare un atto di modifica al regolamento della Consulta comunale delle Attività Produttive che esclude la partecipazione del coordinatore cittadino della Lega Tony Siniscalco.
La norma che indica l’esclusione della partecipazione a chi rivesta incarichi politici è stata adottata al solo scopo di estromettere il nostro partito, nonché qualsiasi soggetto, portatore di una fede politica diversa.
“Un grave atto discriminatorio che, nonostante ogni passaggio, rappresentato con documenti protocollati al Sindaco, ha visto calpestare il principio base di democrazia e rappresentativa libera e indipendente di un comparto già messo in ginocchio dalla crisi. Il cambio di regolamento comunale in merito alla candidabilità dei componenti della Consulta alle Attività Produttive del Comune di Baronissi, seppur legittima, ha il sapore delle ‘purghe bolsceviche’ . Operazione condotta in porto per impedire ad un rappresentante della Lega di sedere nell’organo consultivo.
Era cosa nota, infatti, che la rosa di nomi proposta al Sindaco era condivisa all’unanimità dei
rappresentanti delle categorie produttive e l’amministrazione comunale ha di fatto bocciata la
volontà democratica con un colo di mano che ha il sapore antidemocratico. Ad oggi, siamo in alto
mare per la costituzione della Consulta perché la maggioranza non ha colto l’opportunità politica
di avviare un tavolo rappresentativo delle varie anime delle imprese di Baronissi” chiosa il
coordinatore provinciale della Lega Attilio Pierro.
“Un’amministrazione – queste le parole di Tony Siniscalco – che interviene nelle scelte libere e
democratiche di rappresentanza in seno ai commercianti si commenta da sola. Ma non si può non

evidenziare che, nonostante i tanti problemi che affliggono la nostra cittadina, l’unico momento in
cui l’amministrazione si compatta e prende decisioni è quando legge il nome della Lega”
Non esiste alcuna motivazione razionale, nè democratica! E difatti, nonostante che per oltre un
mese vi siano state polemiche e appelli dei commercianti per evitare la scellerata norma,
l’amministrazione comunale, senza rispettare quanto democraticamente richiesto, ha proseguito
per la sua strada.
Calpestando i principi cardini della Costituzione, è stata realizzata un’azione discriminatoria che
lede il diritto all’uguaglianza, impedendo l’effettiva partecipazione all’organizzazione politica,
economica e sociale del Paese.