COME CREARE NUOVI POSTI DI LAVORO IN PROVINCIA DI SALERNO? “SERVONO CAPITANI CORAGGIOSI”

Dalla esperienza che sta per iniziare del Cilento Outlet Village alle crisi di tante aziende private. E, all’orizzonte, i momenti difficili che potrebbero interessare anche gli Enti Pubblici. DINO GIORDANO, amministratore della GIORDANO ASSOCIATI, azienda leader nel settore della formazione professionale e della gestione del personale, in una panoramica a 360 sul mondo del lavoro in Provincia di Salerno, ne evidenzia gli aspetti positivi ed anche quelli negativi.

Quale esperto in gestione delle risorse umane e organizzazione aziendale ha seguito, passo dopo passo, la nascita del progetto CILENTO OUT VILLAGE, una struttura commerciale destinata a cambiare la filosofia del commercio?
Il nostro territorio ha un grande bisogno di iniziative come questa. Il Cilento Outlet Village non sarà solo il più grande outlet campano, rappresenterà un polo di attrazione e di sviluppo economico per il territorio. Un laboratorio permanente ove migliaia di giovani potranno avere l’opportunità di fare esperienza lavorative e formative di qualità.
Vede le “grandi marche” investono tantissimo in formazione delle risorse. Investono in una formazione di qualità, efficace e concreta. Quello che oggi, spesso, manca in altri contesti.
Essendo legato al territorio, devo dire che l’aver avuto occasione di poter dimostrare, per una volta, che vi sono strutture in grado di offrire questa tipologia di servizi è stato motivo di grande soddisfazione.
Creare lavoro ed opportunita’ soprattutto per i giovani e’ la priorita’ di tutti. Ma come si puo’ dare concretamente impulso alla nascita di nuove imprese sul territorio della Provincia di Salerno?
Abbiamo bisogno di capitani coraggiosi in grado di rivitalizzare l’economia locale. Attrarre investimenti, sviluppo e occupazione richiede un impegno sinergico con le parti sociali e della politica locale. Troppo spesso le contrapposizioni tra i vari livelli della politica e gli enti cd. di regolamentazione e semplificazione disincentivano gli investitori.
Se solo ci fosse la capacità di mettere in rete iniziative come l’Aeroporto, la Marina d’Arechi, le Grandi Navi da Crociera, le Luci d’Artista, il Cilento Outlet Village e le bellezze del nostro territorio si potrebbe, già così, favorire in modo significativo lo sviluppo del turismo e, con esso, la conoscenza e la valorizzazione del territorio.
Altro è lo sviluppo o meglio la protezione del tessuto industriale, significativamente provato dalla crisi. Urge un piano di sviluppo delle infrastrutture e di riqualificazione e riconversione. Abbiamo perso realtà importanti sul territorio e non possiamo consentirci di perdere quelle poche rimaste. Gli amministratori locali dovrebbero rivitalizzare il dialogo con le imprese e cercare di comprenderne le esigenze. Non servono soldi, a mio avviso, ma idee, coerenza e costanza nel seguire i progetti e la realizzazione. I tempi della politica e della burocrazia non sono comprensibili da chi fa impresa.
Accanto alla politica molto e tanto possono fare sindacati ed asociazioni datoriali. La stipula del protocollo d’intesa di Confindustria Salerno va in questa direzione?
Il 12 settembre scorso Confindustria Salerno, CGIL – CISL – UIL e UGL abbiamo siglato un accordo per lo sviluppo economico e dell’occupazione della Provincia. E’ un accordo fortemente innovativo che vede tutte le parti sociali del territorio in accordo su punti nodali quali la flessibilità e la produttività quali fattori essenziali dello sviluppo dell’occupazione. E’ stato fatto in meo quattro mesi ciò che a livello nazionale non si è ancora finalizzato. Chiaramente è un accordo di indirizzo politico rispetto al quale si rende necessario dare attuazione pratica nelle realtà interessate.
A mio avviso ci sono strumenti, come ad esempio i cd. contratti di solidarietà espansiva, che potrebbero consentire un importante sviluppo dell’occupazione femminile, specialmente nel settore del turismo e del commercio, e contestualmente migliorare la qualità del rapporto vita-lavoro (cd.work life balance).
L’imperativo, tuttavia, è e resta non perdere altro tempo ma agire.
Oggi la parola d’ordine nel mondo del lavoro e’ tagliare. Fino ad ora e’ stato interessato solo il settore privato. ED il pubblico? Le tante aziende comunali e quelle della Provincia?
Questo è un tema di grande interesse. Le società partecipate hanno assunto nel tempo un ruolo “ibrido” rispetto alla loro originaria funzione. Molte di esse svolgono attività in regime di monopolio alterando le regole del libero mercato.
Una diversa logica di funzionamento di tale imprese ha determinato una stratificazione della contrattazione aziendale a livello sindacale tale per cui i trattamenti economici spesso sono di gran lunga superiori a quelli dei dipendenti di aziende private operanti sul territorio negli stessi settori.
Oggi molte di queste azienda, si pensi al settore trasporti o anche allo smaltimento rifiuti, sono in un crisi apparentemente irreversibile che potrebbe determinare effetti devastanti sotto il profilo dell’occupazione.
E’ necessario procedere ad una razionalizzazione dei trattamenti economici e magari anche qui ad una vera formazione e riqualificazione delle risorse. Ciò consentirebbe di poter riportar in equilibrio sia i bilanci di queste aziende sia il rapporto sociale tra cittadini dello stesso territorio che, di fatto, vivono una sperequazione ingiustificata.

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