Doveva passare alla storia per il numero di buche, sarà invece ricordato per la voragine. Voragine finanziaria quella che ha inghiottito «Le Costiere – Persano Golf Resort», il campo da golf da diciotto buche annunciato come il più grande del Mezzogiorno d’Italia, inaugurato nel 2010 da una poco memorabile performance da golfista dell’allora governatore Antonio Bassolino, e dal 5 agosto scorso «temporaneamente chiuso» come è scritto nella home page del sito web. Mentre l’utente del numero telefonico indicato per dare informazioni in merito risulta «al momento non raggiungibile». L’impianto, entrato in funzione ufficialmente due anni fa, doveva segnare anche il rilancio occupazionale degli Alburni, un’area sottoposta finora ad una mortificante emigrazione giovanile. E invece ha lasciato come vittime sul green proprio nove dipendenti che da ben undici mesi non percepiscono lo stipendio e che sono in presidio permanente davanti alla struttura.
LA PROTESTA – «In cassa non c’è più un euro, stanno chiudendo per fallimento – spiega Irma Fasulo, addetta alle pulizie – noi abbiamo presentato due denunce all’Ispettorato del lavoro per mancato pagamento degli assegni familiari, siamo distrutti». Ma come è possibile lasciar fallire uno dei tre campi al mondo che superano i settemila metri di lunghezza? «È vero, sono voci che girano – conferma amareggiato l’ex sindaco di Serre Palmiro Cornetta, che si è speso molto per l’investimento golfistico – l’amministratore delegato della cordata di imprese che gestisce il campo, nominato recentemente, ha ventilato quest’ipotesi e sarebbe pronto a portare i libri in tribunale. Ma bisogna evitare a tutti i costi il fallimento, le istituzioni si attivino, il Comune deve istituire un tavolo istituzionale in cui la Regione chieda la restituzione dei sei milioni di euro di fondi europei». Già, i fondi europei. Hanno concorso al 50% alla realizzazione dell’opera, l’altro 50%, gli altri sei milioni di euro, è stato versato dalla cordata di imprese denominata Italian Golf Development di cui fanno parte i colossi Consta Costruzioni, la ex Mattioli che ha costruito le stazioni della metropolitana di Salerno, la Serenissima, l’holding che ha realizzato l’autostrada Brescia-Milano, attraverso una società controllata, e la Sofer.
LE SPESE – Sembra che oltre all’investimento iniziale siano stati bruciati nell’operazione golf a Serre almeno un’altra decina di milioni. Troppi per una struttura che in realtà non è stata mai completata, essendo tuttora priva della Club House, delle villette a schiera, dell’albergo da 200 camere, del ristorante e di tutti i servizi che avrebbero potuto richiamare una clientela d’alto bordo. «M auguro che la magistratura si interessi al caso – interviene Flavio Boccia, responsabile provinciale del Verdi ecologisti – nel frattempo presenteremo al sindaco di Serre un progetto per dare una speranza lavorativa alle nove famiglie, mediante la creazione di cogeneratori che portano risparmio energetico». Dal Comune intanto partono i decreti ingiuntivi: i terreni, a 500 metri da Valle della Masseria dove Bertolaso voleva allocare la megadiscarica regionale, appartengono all’amministrazione municipale che vanta nei confronti dell’Igd un credito di circa 900 mila euro. Altro che Tiger Woods.
tratto da corrieredelmezzogiorno.it
Gabriele Bojano