BANCHE, SEMPRE MENO CREDITO ALLE IMPRESE IN CAMPANIA

In Campania gli impieghi bancari verso le imprese sono diminuiti nel periodo 2013/2012 del 4,4% (media Mezzogiorno -3,8%; media Italia -5,5%) e il valore medio per ogni singola impresa affidata in sofferenza si è attestato a circa 234mila euro (media Mezzogiorno 193.828 euro; media Italia 303.473 euro) con una variazione percentuale del +7,1% (media Mezzogiorno +8,5%; media Italia +15,9%).
A livello provinciale gli impieghi bancari verso le imprese sono diminuiti maggiormente nei territori di Napoli (-5,5%) e Benevento (-6,6%); mentre in provincia di Salerno e di Avellino hanno fatto registrare una contrazione del 2,8%. In provincia di Caserta il calo è stato dell’1,9%.
Sotto il profilo dei valori medi per affidato in sofferenza, la crescita in termini percentuali è stata particolarmente rilevante nelle province di Avellino (+12,8%) e di Salerno (+11,2%); a seguire quella di Caserta (+9,6%), Benevento (+3,4%) e Napoli (+1,2%). La media di questo indicatore riferita alla Campania è stata del +7,1% a fronte di quella del Mezzogiorno pari all’8,5% (media Italia +15,9%). I dati – evidenziati dal Centro Studi Ance Salerno – emergono dal rapporto presentato dalla Camera di Commercio di Salerno in occasione della “Giornata dell’Economia”.
“Gli indicatori presi in considerazione – sottolinea Ance Salerno – confermano che la stretta creditizia nei confronti del sistema economico e produttivo campano e meridionale è ancora molto forte e che appare del tutto ingiustificata la decisione della Banca Centrale Europea di escludere i mutui alle famiglie dalle possibili operazioni che le banche potranno attivare con la liquidità che la Bce renderà disponibile nei prossimi mesi”.
Ance Salerno richiama l’attenzione sulla “gravità dei riflessi che ricadranno sulla filiera delle costruzioni con il presumibile rallentamento dei recenti, timidi segnali di ripresa del settore immobiliare. Un trend, come già rimarcato da Ance in sede nazionale, che andrebbe sostenuto nel lungo periodo”.
“E’ indispensabile – sottolinea il Centro Studi Ance Salerno – che in sede europea si riveda al più presto questa decisione e si permetta l’utilizzo di questa liquidità per accompagnare e sostenere l’accesso delle famiglie al credito necessario per l’acquisto del bene/casa”. Ance ritiene che “molto probabilmente, alla base della decisione di escludere l’immobiliare, c’è la paura di creare bolle sui prezzi delle abitazioni. Ma come ripetiamo da molto tempo, in Italia un simile rischio non c’è mai stato, e non esiste tuttora, come più volte ha sottolineato, nel corso degli ultimi due anni, anche la Banca d’Italia”. (ANSA).

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