CONSIGLIO REGIONALE. SU MOZIONE OSPEDALE DI SOLOFRA LA MAGGIORANZA FA VENIRE MENO NUMERO LEGALE

“Sopprimere il Pronto Soccorso dell’ospedale Landolfi di Solofra equivale a sottrarre un presidio emergenziale fondamentale per un territorio che annovera circa 100mila abitanti di ben 25 comuni irpini, per non parlare delle comunità della Valle dell’Irno e della Valle del Sabato. La delibera di giunta 201 del 19 maggio scorso, con la quale si dispone la chiusura del pronto soccorso del Landolfi, è una chiara limitazione del diritto alla salute. Ed è paradossale che quel carico di pazienti possa essere sopportato dall’ospedale Moscati di Avellino, da tempo saturo e a un passo dal collassare, dove i tempi medi di assistenza arrivano fino a 10-12 ore. Per questo avevo chiesto oggi, con una mozione a mia firma, di ritirare la delibera con la quale si dispone la soppressione del Pronto Soccorso del Landolfi. Ma di fronte a un tema che riguarda la salute di centinaia di migliaia di cittadini, all’atto del voto la maggioranza in Consiglio regionale ha pensato bene di far cadere il numero legale, sferrando un duro colpo a una comunità già alle prese con i disagi e le criticità che caratterizzano le aree interne della nostra regione”. Lo ha dichiarato il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Vincenzo Ciampi, a margine della discussione sulla mozione con la quale   

“Ritirare quella delibera, oltre che andare incontro alle richieste dei cittadini irpini, sarebbe stato coerente con gli annunci elettorali del governatore De Luca che a Laceno, in piena campagna elettorale, aveva annunciato la riapertura di quel Pronto Soccorso. Anziché potenziare un presidio ospedaliero, per il cui adeguamento erano stati stanziati oltre 7 milioni di euro, salvo dirottarli all’ospedale di Avellino, in piena pandemia si decide invece di svuotare un presidio di riferimento fondamentale per il territorio. Ringrazio i consiglieri regionali che hanno sostenuto la mia mozione, che hanno certamente compreso l’importanza di un presidio fondamentale nell’ambito di una rete di emergenza di una provincia di oltre 400mila abitanti, che rischia di restare con tre soli Pronto Soccorso. Continuerò a battermi affinché si riveda questa scelta, a tutela e a salvaguardia del diritto alla salute di centinaia di migliaia di pazienti”.