EMERGENZA LAVORO IN PROVINCIA. DINO GIORDANO: “FLESSIBILITA’ E SEMPLIFICAZIONE PER ESSERE COMPETITIVI”

Flessibilità e semplificazione rappresentato due “assets” (per usare un termine caro agli economisti) che possono fare davvero la differenza nella competizione sui mercati.
Una nuova flessibilità nella gestione dei rapporti di lavoro per consentire a tante aziende industriali salernitane, nel pieno rispetto delle normative nazionali, di essere competitive con altri territori. 
Il messaggio lo lancia Dino GIORDANO, esperto nella gestione delle risorse umane da anni impegnato in prima linea in importanti gruppi nazionali ed internazionali e sempre più preoccupato, come tanti altri colleghi, dalla costante fuga dal territorio di aziende ed investimenti.

“Non ci è consentito di restare ancora a guardare”, spiega Giordano ad agendapolitica.it, “che il processo di desertificazione industriale si completi. 
E’ per questo che c’è bisogno, grazie ad una collaborazione istituzionale, di creare un sistema Salerno che ci consenta di essere competitivi rispetto agli altri.” 

Come ? “Non è semplice ma immagino che si possa mettere in piedi una collaborazione istituzionale per effettuare una mappatura completa degli spazi industriali a disposizione, poi una macchina amministrativa capace di ridurre al minimo i tempi di una istruttoria per l’apertura di una nuova attività ed infine un dialogo franco e diretto con le parti sociali, in particolar modo con i Sindacati, per consentire all’investitore ed all’imprenditore di poter avere un rapporto migliore con i propri dipendenti”- 

A cosa si riferisce ? ” In alcuni ambienti resistono idee che appartengono al un passato. Le rendite di posizione non possono piu’ esistere. Credo che quando qualcuno, oggi, a diverso titolo, si siede ad un tavolo di trattative, deve avere presente un obiettivo: mantenere in vita l’azienda, consentire ai lavoratori di proseguire la propria attività. ” 
Dobbiamo, agire con immediatezza, fare quadrato e sostenere con energia e determinazione le aziende salernitane e gli imprenditori che continuano a lavorare sul nostro territorio. Molti di loro sono dei “missionari” che si svegliano ogni giorno e, seppur combattuti decidono di restare sul territorio e di non cedere alle sirene ammaliatrici di una facile delocalizzazione, anche in paesi vicini, molto più competitivi e organizzati.  
Le imprese oggi non hanno bisogno di incentivi, ammortizzatori sociali e contributi a fondo perduto. Non servono gabbie salariali. 
Piuttosto serve un nuova e reale flessibilità del lavoro che possa consentire alle imprese di ottimizzare i fattori produttivi e i costi nei momenti in cui i mercati generano maggiore domanda. 
Un modello che restituisce maggiore sicurezza sociale ai lavoratori e fiducia alle imprese.
L’operoso nord-est è già concretamente e seriamente impegnato in questa direzione. A Salerno, vi è stato un timido avvio – con il protocollo d’intesa tra confindustria e le OO.SS. della provincia di salerno del 12 settembre 2012 – che poi sembra essersi arenato.

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