LA RIFLESSIONE DI ANTONIO ILARDI: “LA NUOVA CARITA’ E’ IL CONSUMO”

“Il prodotto interno lordo italiano è crollato al 31 Dicembre 2020 di 137 miliardi di euro rispetto allo stesso periodo del 2019, passando da 1.788 a 1.651 miliardi. Di contro, a Febbraio 2021, la dinamica della raccolta complessiva, costituita da depositi della clientela residente e obbligazioni, risulta in crescita del +7,6% su base annua. In valore assoluto, i depositi in conto corrente, i certificati di deposito, i pronti contro termine, sono aumentati di oltre 161 miliardi di euro rispetto al Febbraio 2020, mentre la raccolta a medio e lungo termine, cioè tramite obbligazioni, è scesa, negli ultimi 12 mesi, di circa 22 miliardi di euro.”

Lo scrive l’imprenditore salernitano del settore del turismo Antonio Ilardi.

“La ricchezza “liquida” del Paese è, dunque, cresciuta di 139 miliardi di euro, più della riduzione del PIL, e costituisce oggi una massa finanziaria più che tripla rispetto all’impegno annuale del decantato Recovery Fund. La distribuzione della ricchezza, tuttavia, non è uniforme. L’Italia è ormai divisa in due. Una parte, neppure scalfita dalla crisi sanitaria, è ben più ricca del periodo ante Covid. Un’altra, composta essenzialmente dai professionisti e dalle imprese e dai lavoratori impegnati nei settori considerati voluttuari, ha visto crollare le proprie attività ed il proprio reddito a causa dell’assenza di consumi. Rischia, così, di nascere una nuova lotta di classe, che dovrebbe interrogare tutti i partiti dalla sinistra e alla destra, in cui il conflitto non si svolge più tra padroni e proletariato ma diviene trasversale tra categorie lavorative e professionali. Un Paese serio partirebbe da questa constatazione per programmare il futuro. E, di conseguenza, non resterebbe nella passiva attesa del pur utile ricorso a strumenti straordinari di sostegno, interni o esterni ai confini nazionali. Oggi più che mai occorrono soggetti che parlino con franchezza agli italiani, invitandoli a dismettere elucubrazioni individuali o psicodrammi collettivi, spesso basati su problemi marginali agitati dalle categorie più tutelate. La scommessa del Paese si chiama lavoro. La strada maestra per recuperarlo sono i vaccini. Lavoro e Vaccinazione di massa debbono essere gli unici astri ispiratori del percorso politico ed istituzionale dei prossimi mesi. Non ce ne vogliano le anime belle e gli spiriti pii: ogni diverso obiettivo è fuori dal tempo ed è, peraltro, irriguardoso del dramma di chi oggi non intravede un orizzonte per sé e per la propria famiglia. La soluzione economica è a portata di mano. Passa dal protagonismo di ognuno e non dal comodo ricorso allo Stato. Gli italiani devono semplicemente tornare a spendere i propri soldi che giacciono inutilizzati a causa del timore collettivo. E se le condizioni sanitarie non dovessero consentirlo a breve, occorre individuare strumenti normativi e soluzioni finanziarie che inducano e favoriscano la ripresa della spesa individuale senza creare ulteriore debito pubblico e senza varare nuovi meccanismi di incentivo sostenuti dalla spesa statale. Oggi, la principale opera di Carità è che i privati riprendano a consumare, soprattutto nel voluttuario, e ad investire. Ed è un compito di ognuno. Da vivere con il distacco dalle cose terrene ma con l’amore per il lavoro che esse generano.”