ANTONIO LOMBARDI (FEDERCEPI COSTRUZIONI): “SCIOPERO EDILI? NON PERDIAMO DI VISTA I VERI PROBLEMI”

Domani mattina, lunedì 20 novembre, con un sit-in e un’azione di volantinaggio su Corso Vittorio Emanuele, a Salerno, gli operai edili della provincia attueranno le prime azioni di informazione e sensibilizzazione in vista dello sciopero nazionale dell’edilizia del prossimo 18 dicembre. È una protesta di grande rilevanza, che intende riproporre con forza sul tavolo della politica, nazionale e locale, problematiche che hanno radici antiche, anche risalenti al periodo pre-crisi.

Tuttavia – proprio per l’importanza di queste azioni, che nascono da situazioni di profonda sofferenza che in molti casi accomunano operai e imprenditori – occorre focalizzare bene gli obiettivi, affinché ogni iniziativa raggiunga, com’è auspicabile e giusto che sia, il massimo del risultato. Non tralasciando finanche la scelta dei luoghi: oggi i sindacati edili lamentano inefficacia della politica, inutilizzo di fondi europei, ritardi nei pagamenti, licenziamenti continui, cantieri fermi, più sicurezza, riforma del sistema previdenziale edile…

Temi che imporrebbero ben altra “location” e che, in Corso Vittorio Emanuele, non troveranno purtroppo risposte già in partenza. Finanche l’azione di volantinaggio ha perso ogni valenza ed ogni significato in un sistema elettorale che demanda ogni scelta e ogni decisione ai partiti.

Ed allora è importante protestare nel modo, nei luoghi e nei momenti giusti, se si vogliono conseguire obiettivi concreti.

Oggi è sicuramente importante richiamare la Politica e le Istituzioni alle evidenti, gravissime responsabilità: avendo il coraggio di denunciare con forza che non ha senso promettere ancora incentivi con Industria 4.0, con buona parte delle imprese che non potrà fruirne perché non in regola con tasse e contributi. E la non regolarità scaturisce spesso proprio dai ritardi di uno Stato che non onora i suoi debiti (sono ancora circa 60 i miliardi che le imprese attendono di riscuotere: una vergogna che non ha pari nel mondo).

Occorre anche rivendicare una seria ed organica riforma della pubblica amministrazione, perché la burocrazia diviene di giorno in giorno sempre più insostenibile; pretendere un’azione politica seria, “qualificata” ed efficace che rimetta seriamente il Mezzogiorno al centro delle politiche nazionali. Le risorse vi sono, comunitarie ma non solo, ma occorre sfruttarle con rigore e tempismo. Programmi, piani d’azione, protocolli d’intesa, accordi di programma, sono carta straccia se non ne scaturiscono cantieri, opere e occupazione.