APPELLO DELLE ACLI AI CONSIGLIERI REGIONALI PER SALVARE I PICCOLI CIRCOLI COMUNALI

Con una lettera inviata a tutti i consiglieri regionali eletti in Provincia di Salerno, le Acli chiedono un impegno concreto per poter salvare l’esistenza dei piccoli circoli comunali. Una battaglia che, da qualche mese, i dirigenti Acli di Salerno, insieme a quelli nazionali, stanno portando avanti.

Egregio Onorevole,
la Presidenza provinciale delle Acli di Salerno, ha deciso di fare propria la mobilitazione promossa da ACLI
Nazionale unitamente ad ARCI; una tre giorni a difesa dei nostri circoli che si svolgerà in tutta Italia dal 5 al 7 febbraio p.v. dall’emblematico titolo#dobbiamocontinuareaesserci
Come saprà, la situazione dei nostri circoli è gravissima e non possiamo più restare a guardare; non comprendendo appieno le ragioni, chiediamo con forza che ci sia consentito di aprire ed eliminare le discriminazioni oggi in essere, permettendoci di poter svolgere le nostre attività sociali di educazione, prossimità e di somministrazione riservate ai soci, con gli stessi limiti, condizioni e modalità consentite alle analoghe attività commerciali, peraltro destinatarie di Ristori.
Ora basta, non accettiamo più l’idea che, a parità di regole di sicurezza, le attività che si svolgono nelle strutture di base, vengano considerate più nocive di quelle realizzate nelle strutture commerciali.
Tutte le nostre attività sono chiuse da marzo, con l’eccezione di un paio di mesi in estate ; circostanza che ci impose di adeguare gli spazi sociali con le norme ed i protocolli di prevenzione e contrasto Covid; parafiati, bande distanziamento, igienizzanti, spazi triage, misuratori temperatura e registri tracciamento.
Oggi siamo solo noi a pagare un prezzo altissimo, noi che spesso rappresentiamo l’unico luogo di prossimità
oltre che presidio sociale in tante piccole realtà della provincia.
L’esistenza dei circoli ricreativi e culturali sarà ancor più necessaria per la salvaguardia dei diritti delle fasce popolari e per la coesione sociale delle nostre comunità.
Per questo riteniamo che le Istituzioni, in primis il Governo, dovevano e debbano ancor più oggi, sentire l’obbligo di assicurare con atti concreti , la sopravvivenza dei nostri insostituibili presidi, ma purtroppo registriamo silenzi ed indifferenza .
Tutti a parole ci dicono bravi, pochi nei fatti dimostrano la loro solidarietà al Terzo Settore.
Oggi con le entrate azzerate e l’accumulo di fitti ed utenze , la sostenibilità economica delle nostre realtà, che vivono di autofinanziamento, viene a mancare.
Anche la C ampagna di tesseramento non è partita