Uno dei cavalli di battaglia di una parte della maggioranza che sostiene il Governo Draghi corre il rischio di rimanere al palo: la riforma dell’Assegno Unico per i figli che, in base al recente voto parlamentare, sarebbe dovuta entrare in vigore a partire dal 1 luglio, con ogni probabilità subirà un lungo rinvio, a causa della mancanza di fondi ma anche per l’assenza di tutti i decreti attuativi.
La riforma, che prevede un sostegno universale e non solo collegato ad un contratto di lavoro a tempo indeterminato, nasce con l’esigenza di sostegno alla famiglia ma i tempi stretti che ci separano dal 1 luglio e, soprattutto, le perplessità sulle coperture finanziarie, potrebbero indurre il Governo ad avviare il nuovo sistema solo ad una parte dell’enorme platea di cittadini interessati.
I punti cruciali sono la raccolta dei dati ISEE ma anche l’incrocio e la verifica con chi percepisce il reddito di cittadinanza: tutto piu’ complicato di quanto abbia raccontato la politica fino ad oggi. E, nella migliore delle ipotesi, il sistema entrerà in vigore solo per una minima parte delle famiglie italiane.