FRATELLI D’ITALIA: “CASSA DEPOSITI E PRESTITI ENTRI NEL CAPITALE DI STELLANTIS”

“Fiat addio? Anche sull’auto serve uno Stato stratega”: è il tema del meeting nazionale su web, organizzato dal Dipartimento Impresa di Fratelli d’Italia, che si svolgerà martedì, 30 marzo alle ore 11, sulla piattaforma Zoom e in diretta Facebook con collegamenti dalle Città in cui vi sono i principali stabilimenti dell’azienda: Torino, Cassino, Melfi, Pomigliano, Modena e con una testimonianza emblematica da Termini Imerese.

Parteciperanno parlamentari, assessori regionali e sindaci, in confronto con le realtà produttive locali, rappresentanti di tutte le organizzazioni sindacali e di associazioni di impresa.

Introdurrà i lavori il senatore di Fratelli d’Italia, Adolfo Urso, responsabile del Dipartimento Impresa e vicepresidente del Copasir. Interverranno i parlamentari Antonio IannoneMassimo RuspandiniSalvatore CaiataFederico Mollicone, gli assessori regionali del Piemonte Elena Chiorino e Maurizio MarroneMichele Napoli, responsabile Dipartimento Impresa Basilicata, prof. Cesare Pozzi, docente di Economia industriale  Luiss, a confronto con Fabrizio Amante, componente segretaria nazionale Associazione Quadri e Capi Fiat; Fabio Bernardini, segretario provinciale metalmeccanici CISL Frosinone; Enrico Gambardella, segretario regionale CISL Basilicata; Vincenzo Tortorelli, segretario regionale UIL Basilicata; Angelo Summa, segretario regionale CGIL Basilicata; Tullia Bevilacqua, segretaria regionale UGL Emilia-Romagna.

In rappresentanza delle imprese dell’automotive interverranno Francesco Somma, presidente Confindustria Basilicata, Michele Somma, presidente CCIIA Basilicata, e Roberto Vavassori, consiglio direttivo CLEPA, associazione europea imprese automotive.

“Fratelli d’Italia ritiene necessario che il governo agisca per tutelare gli stabilimenti, la produzione e l’occupazione in Italia anche a fronte delle dichiarazioni del Ceo di Stellantis che sembrano prefigurare scenari preoccupanti. Presenteremo – ha aggiunto Urso – un progetto che preveda la predisposizione di un piano nazionale per l’automotive e la partecipazione di Cdp nell’azionariato della nuova azienda al pari della quota pubblica francese. Ormai è, infatti, chiaro come non si sia trattato affatto di una fusione paritetica tra FCA e PSA ma di una vendita che prefigura una governance francese, il cui azionista pubblico ha, peraltro, aumentato la propria quota dopo la fusione, contrariamente a quanto precedentemente affermato”.