LA NAVE CENTRISTA DI TOTI NAUFRAGA ANCORA PRIMA DI SALPARE TRA VETI INCROCIATI

Non appena si sono spenti i riflettori sulla convention di sabato mattina a Roma, voluta ed organizzata da Giovanni Toti, Presidente della Regione Liguria e promotore del progetto Italia C’è, sono arrivate le prime pesanti dichiarazioni tra coloro i quali dovrebbero far parte del nuovo soggetto politico che si rivolge all’area moderata del paese. Prima ci ha pensato Carlo Calenda, presente a Roma nella giornata di ieri, l’unico, in questo momento, con una quota elettorale in grado di superare l’argine del 3% fissato dalla legge elettorale: mai con Di Maio, mai con gli ex del Movimento 5 Stelle che, nella giornata di ieri, non a caso si erano tenuti lontani dai saloni dove era in programma la convention. Chi di veto ferisce, di veto perisce. Ecco, allora, a distanza di qualche ora arriva la pesante intervista che Clemente Mastella ha rilasciato a Il Giornale, nella quale fa un dipinto a tinte fosche di Carlo Calenda: «Calenda ha un complesso d’inferiorità». Clemente Mastella, sindaco di Benevento e leader di Noi al Centro, risponde per le rime al fondatore di Azione che ha posto il veto sul suo nome durante la convention di Giovanni Toti. Perché Calenda ha tanta acredine nei suoi confronti? «Ricordo che quando lui lavorava per il Cis di Nola, io gli davo le raccomandazioni. Lui ha sempre questa sorta di spocchiosità pariolina. È come un piccolo Trump pariolino che pensa di essere meglio di tutti gli altri. Una strategia politica che lo porta a essere sconfitto permanentemente».