MAGISTRATI E POLITICA: LE NUOVE REGOLE NELLA RIFORMA CARTABIA, LIMITI E DIVIETI

Nel testo di riforma della Giustizia che il Ministro Cartabia, insieme ad un pool di esperti, sta mettendo a punto, c’è anche un capitolo dedicato alle candidature politiche dei magistrati in servizio. Arrivano, almeno nel testo di partenza, regole piu’ rigide e paletti piu’ stretti per chi, indossando la toga, decide di scendere in politica.

La prima regola è quella dell’aspettativa che deve durare almeno 4 mesi prima di accettare ogni tipo di candidatura ma è quello territoriale il limite piu’ angusto.

La proposta di legge, infatti, prevede il divieto di candidarsi nel territorio dove si sono svolte le funzioni di magistrato negli ultimi due anni: ad esempio, oggi, se questa norma fosse già in vigore, ci sarebbe lo stop alla candidatura alla carica di sindaco per il Pm Catello Maresca, salvo le sue dimissioni dalla magistratura.

Infine, la riforma Cartabia, introduce limiti anche per la fase successiva alla candidatura, in caso di sconfitta: nei tre anni successivi alla candidatura non potranno essere ricollocati in un ruolo ricadente nella circoscrizione elettorale ma, soprattutto, non potranno svolgere le funzioni di PM, GIP u GUP o incarichi direttivi o semidirettive. Gli stessi paletti valgono anche al termine del mandato elettivo e per una durata di 5 anni.