REGIONALI 2020. L’INCUBO DELL’AFFLUENZA ED I CONTI CHE NON TORNANO

Secondo i sondaggi nazionali, pubblicati oggi da alcuni quotidiani, un italiano su tre sarebbe intenzionato ad andare a votare per il referendum del prossimo 20 e 21 settembre. Cioè, su base nazionale, ci sarebbe una affluenza non superiore al 35% nella migliore delle ipotesi. E nelle Regioni dove si andrà al voto anche per il rinnovo del consiglio e per la scelta del nuovo Presidente ? Certo, in questi casi, si prospetta un effetto traino dei tanti candidati presenti sul territorio ma l’incognita sulla percentuale dei votanti c’è e resta e, con ogni probabilità, dipenderà molto dalla situazione sanitaria di fine settembre.

Alle elezioni regionali del 2015 fu superata, seppure di poco, la quota del 50% di affluenza ma, oggi, quella asticella sembra difficilmente raggiungibile. La quota in Campania che, al momento, sembra piu’ vicina alla realtà è quella del 40%, considerata anche la concomitanza del voto per le amministrative in alcuni comuni, anche se non grandissimi per dimensioni.

E, forse, sarà proprio questa la discriminante vera: nei piccoli centri, dove c’è un rapporto di conoscenza diretta di quasi tutti i cittadini, l’affluenza alle urne non dovrebbe conoscere particolari cali ma nei comuni medio grandi si potrebbe registrare un netto calo rispetto ai numeri delle Regionali di 5 anni fa.