Introdurre nuovi paletti nei bandi di gara, clausole di gradimento e tutto ciò che potrà consentire all’amministrazione di escludere le ditte in odore di camorra da qualsiasi appalto, fornitura e servizio, e creare un albo di ditte per i lavori di somma urgenza, preferendo quelle che denunciano il racket e richiedere, anche per i lavori di piccolo importo, la certificazione antimafia.
La proposta arriva da Mariarosaria Vitiello, esponente del Partito Democratico.
Un codice etico, dunque, che i funzionari ai quali viene affidata l’attività di gestione dovranno applicare senza alcuna modifica, oltre a quanto previsto dalla legge, anche l’indirizzo dell’amministrazione, perchè pure da gare di piccoli importi certe ditte ricavano, se non direttamente dal prezzo del lavoro effettuato, grandi vantaggi di immagine, negativa per il Comune, ma forte per loro. Una vera operazione di marketing che la camorra svolge da diversi anni e che molte volte viene sottovalutata.
Blindare meglio i bandi di gara servirà anche a favorire l’assegnazione di lavori di somma urgenza a ditte che hanno denunciato e denunceranno fenomeni estorsivi. Lo stesso ministro Cancellieri ha sostenuto che è bene che le amministrazioni si attivino per combattere le infiltrazione della criminalità e i fenomeni di corruzione nella pubblica amministrazione sviluppando una filiera della legalità che favorisca le imprese virtuose.
Provare a trasferire, quindi, a livello locale il sistema di premialità alle imprese sane previsto dall’accordo tra Governo e Confindustria che prevede «white list», elenchi di imprese non soggette a rischio di inquinamento mafioso, e rating di legalità, un indice che premia le imprese sane facilitando l’accesso al credito.