E’ stato discusso, su iniziativa dei segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil, Matteo Buono, Maria Di Serio e Gerardo Pirone, presso il centro sociale di Salerno, l’Accordo Interconfederale, firmato lo scorso 10 gennaio, tra Cgil, Cisl, Uil e Confindustria in merito al Testo Unico sulla rappresentanza.
La riunione, alla quale hanno preso parte la quasi totalità dei segretari generali di federazione, unitamente ai componenti delle rispettive segreterie, è servita per approfondire i singoli aspetti del testo e stabilire l’avvio delle consultazioni dei lavoratori con assemblee sui posti di lavoro, oltre che per illustrare l’importanza dell’accordo e sancirne la condivisione.
L’accordo recepisce e dà attuazione ai contenuti dell’accordo del 28 giugno 2011, del Protocollo del 31 maggio scorso ed aggiorna i contenuti dell’Accordo sulle Rsu del 20 dicembre 1993.
Il Testo Unico rappresenta un risultato straordinario in quanto armonizza tutte le regole relative alla rappresentanza ed alla validazione ed esigibilità dei contratti nazionali e di secondo livello e costituisce un riferimento normativo completo ed omogeneo per l’esercizio dell’attività sindacale e lo svolgimento della contrattazione. Il Testo Unico sulla Rappresentanza è strutturato in 5 grandi capitoli, in cui la prima parte è riferita alla misurazione e certificazione della rappresentanza ai fini della contrattazione collettiva nazionale di categoria ; la seconda parte la regolamentazione delle rappresentanze in azienda; la parte terza tratta la titolarità e l’efficacia della contrattazione collettiva nazionale di categoria ed aziendale; l’ultima parte contiene clausole transitorie e finali .
“Un accordo che dà sostanza ed attuazione , dopo 60 anni, all’articolo 39 della Costituzione ed evita che la materia trovasse disciplina attraverso la legge. La crisi ha reso evidente – ha detto il segretario generale della Cisl salernitana, Matteo Buono – la necessità che si voltasse pagina rispetto al passato. La stipula è un grande segnale di lungimiranza che segnerà la storia delle organizzazioni sindacali e che vuole essere un atto concreto di concordia in un momento in cui si alimentano con forza spinte populistiche. E’ stato colmato un ritardo non solo ma l’accordo costituisce un atto di rottura e di responsabilità e manda un segnale concreto all’inerzia che contraddistingue la politica nel nostro paese. Rende effettiva la democrazia sindacale , ricostruisce le basi per l’unità sindacale e per il superamento degli accordi separati. E’ la prima volta che le organizzazioni sindacali trovano l’accordo per farsi misurare e stabiliscono il principio di una limitazione della propria autonomia in virtù del rispetto del principio di maggioranza”.