CAVA DE’ TIRRENI: 10 QUESITI PER IL CANDIDATO A SINDACO di Luigi Gravagnuolo

Facciamo il conto. A Cava de’ Tirreni allo stato – e mancano ancora cinque mesi alla presentazione delle liste in Prefettura – hanno annunciato la propria candidatura a sindaco: Marco Galdi, uscente e sostenuto per ora dalla destra unita; Stefano Cicalese, espressione dell’associazione civica Città Democratica; Armando Lamberti, espressione della civica “Per Cava”; uno tra Raffaele Fiorillo, Vincenzo Servalli, Enrico Bastolla e Antonio Palumbo, che si presenteranno alle primarie del centro sinistra annunciate per il prossimo 26 di ottobre. E sono quattro.

 

Ad essi si aggiungeranno – si dice – il candidato del M5S, quello del Nuovo Centro Destra ed altri, per ora acquattati dietro le quinte. Ognuno di essi presenterà un proprio programma e giurerà fedeltà ai cittadini prima che ai partiti. Lo faranno anche quelli che saranno candidati dai partiti … I Cavesi, per parte loro, sceglieranno innanzitutto la persona, anche se ancora molti sono accecati dalle ideologie. Ma loro, i candidati sindaci, come si collocheranno, qualora dovessero essere eletti, di fronte ai problemi sui quali la città si è divisa in questi anni?
Provo ad elencarne alcuni, a memoria e un po’ alla rinfusa, augurandomi che su ognuno di essi chi aspira a diventare sindaco, chiarisca ai cittadini il suo punto di vista. Ecco, se io fossi un giornalista, chiederei a ciascuno dei candidati come affronteranno questi problemi:
Primo, l’abusivismo edilizio in città, se possibile senza prese in giro per chi si trova in questa difficoltà. Insomma con la cortese preghiera di non annunciare che ci si stenderà davanti alle ruspe, o che si farà approvare dal Parlamento una nuova legge di condono per gli “abusi di necessità”. Credo che i cittadini, quelli che hanno realizzato degli abusi e quelli che non lo hanno condiviso, abbiano diritto a risposte serie.
Secondo, la gestione della Mediateca. Andremo avanti con la gestione privata a 1.250,00 euro al mese, o si tenterà di rinegoziare le condizioni della locazione, o ancora si tenterà di rescindere l’attuale contratto?
Terzo, l’ex Manifattura di Viale Crispi. Si andrà avanti con la transazione sottoscritta dall’attuale amministrazione, quindi con la restituzione al Comune della parte storica e la concessione al privato del nulla osta a realizzare residenze ed uffici nella parte restante, o si cercherà di riaprire il contenzioso con la Maccaferri al fine di appropriarsi di tutto l’immobile? In questo secondo caso, per farne cosa? E con quali soldi? ed entro quali tempi?
Quarto, l’ospedale. Si metterà in discussione l’attuale bozza di atto aziendale? Se sì, per quale alternativa? Ed entro quali tempi?
Quinto, il piano urbanistico, alias PUC. Si porterà avanti fino all’approvazione quello adottato dalla mia giunta nel novembre del 2009 o lo si vorrà cambiare? In questo caso, come? E per l’area ex CO.FI.MA. si è d’accordo con il cambio della sua destinazione urbanistica da industriale a sanitaria? Restando all’ex CO.FI.MA., cosa si prevede per questo immobile oggi di proprietà comunale?
Sesto, movida. Come si intende regolare i rapporti tra residenti ed operatori della movida? Più in generale, come si affronterà la questione della quiete pubblica?
Settimo, i tributi comunali. Tutti annunceranno che ridurranno le tasse, ma come? Se ci si propone di farlo attraverso la riduzione delle spese, quali servizi si taglieranno? 
Ottavo, i trasporti pubblici locali, sia quelli interni alla città, tra centro e frazioni, sia quelli interurbani. Come sarà affrontato e risolto il problema? 
Nono, l’offerta culturale. Quale politica per la cultura? I pochi spiccioli di cui dispone il Comune saranno impegnati per le feste tradizionali o per nuovi eventi? In questo caso, per quali?
Decimo, il teatro comunale. Ci si impegnerà per realizzare un teatro di classe A, cioè con non meno di 450 posti, o no? E se sì, dove? E con quali soldi? 
Undicesimo, la Cavese Calcio. Come ci si intende regolare con la società? Si starà vicini ad essa, nelle forme e nei modi consentiti dalla legge, ma con un’attenzione costante, o ci si atterrà al mero rispetto formale delle norme? Ad es. si farà qualcosa di serio per evitare che la squadra sia costretta ad allenarsi fuori città, mentre magari altre squadre vengono ad allenarsi a Cava?
Last, but not least, i fondi ai gruppi consiliari. Li si manterranno in vigore o li si aboliranno? Più in generale come ci si regolerà per ridurre le spese della politica?

 

Se io fossi un giornalista
di Luigi Gravagnuolo