Il depuratore di Salerno è in perfetto funzionamento, tanto nella parte dove vengono drenate le acque reflue provenienti da fogne e fiumi intercettati, tanto nella sezione finale del processo di depurazione dove l’acqua, prima di essere immessa in mare, subisce l’ultimo trattamento, con dosi ben proporzionate di cloro.
Oltre 700 litri al secondo: questa la capacità di trattamento dell’impianto che si trova nella zona industriale di Salerno, finito, con ogni probabilità, in maniera ingiustificata, al centro delle accuse per la pessima qualità delle acque del mare.
L’impianto, insomma, funziona e tratta tutte le acque che arrivano al suo interno.
Ed allora dov’è il vero problema ?
Punto 1: nella città di Salerno circa il 30% delle abitazioni non è allacciata alla rete fognaria, il che significa che le acque scure, vengono sversate direttamente nel mare.
Punto 2: i comuni limitrofi a Salerno, nella stragrande maggioranza dei casi, da Pontecagnano Faiano fino ad Eboli, non risultano essere allacciati al sistema di depurazione, né tanto meno hanno propri sistemi di depurazione e la stessa circostanza la si registra anche in numerosi comuni della zona della costiera amalfitana.
A questa situazione, che anche se con qualche difficoltà, può essere monitorata, si aggiunge la giungla dei piccoli e grandi corsi di acqua, i fiumi che dalla sorgente fino alla foce, possono trasformarsi in uno sversatoio a cielo aperto di ogni genere di rifiuti.
Gli Enti, in modo particolare la provincia, che proprio sui corsi d’acqua interni ha una competenza per legge, sono chiamati in causa: da quasi un mese, una squadra speciale della Polizia Provinciale, sta portando avanti un’inchiesta, molto delicata e riservata, sulle principali fonti di inquinamento dei fiumi e di conseguenza delle acque del mare.
