L’ALLARME DEI COMUNI: BILANCI PIU’ LEGGERI PER AUMENTO CONTRATTI E TARIFFE ENERGETICHE

Altro che anno del rilancio economico sui territori, altro che occasione da sfruttare per rimettere in moto le macchine amministrative dei comuni, ferme, o quasi, al marzo del 2020: il nuovo anno corre il rischio di mettere in ginocchio i conti dei Comuni di tutta Italia che dovranno fronteggiare, al momento senza risorse aggiuntive, gli aumenti dei contratti dei dipendenti, quello dell’energia ed anche l’incremento dei costi delle materie prime che riguardano contratti di appalto o di fornitura. Nessuno, o forse pochi, tra gli amministratori comunali hanno preso coscienza di quello che potrebbe accadere sui bilanci di previsione 2022: ci sono da coprire gli aumenti dei contratti del personale, poi il costo quasi raddoppiato dell’energia elettrica e del gas (dalla pubblica illuminazione al riscaldamento delle scuole), infine l’insidia degli aumenti incontrollati per le materie prime che rimette in discussione tutti i contratti di appalto che sono già in fase di esecuzione. I Sindaci, dunque, che speravano di poter avere un maggiore margine di movimento per il 2022 devono sperare, nella migliore delle ipotesi, di poter chiudere i bilanci, salvo che, nelle prossime settimane, intervenga un provvedimento del Governo per coprire i maggiori costi che non corrispondono, almeno per il momento, a maggiori entrate.

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