Si respira un clima di attesa in casa Lega a Salerno. Dopo lo straordinario successo ottenuto alle ultime elezioni europee – che hanno visto il partito di Matteo Salvini collocarsi al primo posto nella coalizione di centrodestra raggiungendo il 24.17% in provincia e il 19.07% nel capoluogo – potrebbe essere avviata già nei prossimi giorni o al più tardi nel mese di settembre una “nuova fase” in vista delle elezioni regionali del 2020.
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Un passaggio ritenuto necessario dai vertici a seguito del duro scontro politico verificatosi in campagna elettorale sia a livello salernitano che regionale. Non è un mistero, infatti, che, alla vigilia delle elezioni europee, il partito del Carroccio si è diviso in due fazioni. La prima, quella che fa capo al coordinatore regionale Gianluca Cantalamessa e al segretario provinciale di Salerno Mariano Falcone, che ha sostenuto le candidature al parlamento di Straburgo del casertano Valentino Grant (eletto) e della napoletana Simona Sapignoli (non eletta); dall’altra quella che si riconosce nella figura politica della sottosegretaria al Sud Pina Castiello, che ha supportato la corsa della dirigente paganese Lucia Vuolo (eletta). Un braccio di ferro che in molti pensavano portasse ad un cambio di leadership interna al partito che, almeno finora, non c’è stato. Al contrario, si registra una situazione di stallo che, però, a Salerno, potrebbe essere sbloccata nel giro di poco tempo. “Stiamo ampliando la struttura organizzativa” chiarisce Cantalamessa che, oltre ad essere il leader campano del partito, è anche il primo deputato leghista eletto nel collegio salernitano. “Siamo passati da 4% al 20% e quindi ora ci stiamo attrezzando soprattutto in vista delle regionali. Abbiamo attivato ben sedici tavoli tematici con tanti dirigenti ed amministratori locali ed abbiamo già in cantiere la seconda edizione della scuola di formazione politica. Coinvolgeremo tantissime persone come, ad esempio, il Rettore Aurelio Tommasetti, che, seppur non eletto al parlamento europeo, ha raccolto migliaia di preferenze dei cittadini campani”. L’obiettivo è arrivare ad un “programma di governo unitario per la Campania insieme agli amici di Forza Italia e Fratelli d’Italia con i quali abbiamo già iniziato un confronto”. I tempi, comunque, sono stretti: “A settembre – annuncia il deputato leghista – vogliamo già essere pronti per la campagna elettorale”. Cantalamessa conferma che il partito si appresta a vivere una fase nuova proprio in vista delle regionali. Saranno adottate nuove regole a partire dalle candidature: “Eviteremo, com’è giusto che sia, conflitti d’interesse. Un conto è quando un segretario di partito si candida a sindaco o a presidente di Provincia o Regione, altra cosa è quando ambisce a diventare consigliere comunale, provinciale o regionale”. E poiché, non è un mistero, che Falcone punti a correre per uno scranno a Palazzo Santa Lucia, nei prossimi giorni alla guida del partito salernitano potrebbe arrivare un nome esterno. Insomma, un commissario né salernitano né campano che tenga insieme le due anime e traghetti il partito magari fino alle regionali. Una procedura non nuova, quella del commissariamento, già adottata in Puglia e Calabria dai vertici del Carroccio. Cantalamessa non si sbilancia e non fa nomi. Ma il nominativo che circola con più insistenza tra i dirigenti salernitani di entrambe le fazioni è quello del senatore romano Claudio Barbaro, esponente del Movimento per la Sovranità di Gianni Alemanno (federato con la Lega), eletto come capolista leghista nel collegio plurinominale Caserta-Avellino-Benevento. Ora non resta che attendere la decisione finale dei dirigenti nazionali, in primis di Matteo Salvini.
IL MATTINO di Roberto Junior Ler