MICHELE ALBANESE (BCC MONTE PRUNO): “NUOVE NORME EU SU INSOLVENZA BANCARIA, IO NON CI STO”

In conseguenza di un Regolamento Europeo, entrerà in vigore la nuova classificazione europea dello stato di inadempienza, caratterizzata da soglie a dir poco irrisorie.

Lo scrive il Direttore Generale della BCC di Monte Pruno Michele Albanese. 

Un meccanismo che irrigidisce, ancor di più, come ho avuto modo di anticipare già prima, l’azione delle Banche, le quali si trovano a non poter più gestire, con elasticità, una relazione bancaria con un’impresa o con una persona fisica.

Per un’impresa, ad esempio, sarà sufficiente avere un arretrato (definito rilevante) per 90 giorni, superiore a soli 500 euro che rappresenti più dell’1% dell’esposizione verso una Banca, per essere inserita tra i cattivi pagatori.

Una cifra a dir poco irrilevante che comporterà una vera reazione a catena sulle imprese, sul loro rapporto con gli istituti di credito, sulla loro capacità di richiedere credito.

E non è tutto…

A rientrare in questo meccanismo ci sono anche le persone fisiche.

Qui l’arretrato in questione non deve raggiungere la quota di soli 100 euro…

Un meccanismo quasi perverso che espone le Banche ad un blocco totale della loro flessibilità, in quanto, la presenza di un arretrato, così irrisorio, pregiudica l’intera posizione con tutto ciò che ne deriva in termini di classificazione a default del cliente o delle relative segnalazioni anche in Centrale dei Rischi.

Oltre a tutti i tecnicismi del caso, che sono indispensabili, ma non è certo questa la sede più opportuna, ritengo che sia fondamentale attivare un veloce e puntuale processo informativo per la clientela, che si trova a subire l’impatto operativo di questa regolamentazione, evitando, di pensare che, come solitamente succede, siano sempre le Banche colpevoli di tutto.

Da qui la mia volontà di dedicare uno scritto specifico a questa tematica, per avviare, pertanto, un primo contatto di aggiornamento con la clientela su quello che sta accadendo, sia per un migliore coordinamento dei loro rapporti con le Banche sia per evitare conseguenze negative per il loro rating bancario.

Sotto questo punto di vista condivido pienamente lo sforzo dell’Associazione Bancaria Italiana, nel promuovere una campagna di comunicazione sull’argomento, in un momento già così particolare.

Prendo spunto proprio dall’ABI, e condivido con i nostri clienti, alcuni consigli per ottimizzare il rapporto tra cliente e banca, così da non incorrere in complicazioni di cui diventerebbe molto più complicato tirarsi fuori:

  • rispettare le scadenze ed evitare di accumulare arretrati, anche di modesta entità, pianificando entrate ed uscite mensili e tenendo sempre aggiornato il bilancio familiare;
  • verificare frequentemente i saldi dei conti correnti e delle carte di credito;
  • evitare di ricorrere a troppi prestiti contemporaneamente, anche di piccolo importo prestando attenzione alle condizioni proposte;
  • se si è in difficoltà nei rimborsi, parlarne subito con la propria banca per valutare insieme possibili soluzioni.

Un quadro molto sottile e difficile quello che ci apprestiamo a vivere dall’inizio del prossimo anno, dove ognuno di noi dovrà fare grande attenzione alla pianificazione dei propri impegni, facendosi supportare nella maniera giusta dalla propria Banca. Queste ultime, con estrema velocità, dovranno farsi trovare pronte a queste nuove sfide, semplificando il compito dei clienti e diventando sempre più evolute verso forme di “consulenza predittive” e non di mera constatazione di un problema.

Oggi, per l’appunto, vi è la necessità di anticipare i problemi ed indurre i clienti a fidarsi dei consigli degli operatori, che vadano nella direzione di evitare conseguenze negative sia per chi finanzia, costretto ad attivare procedure di recupero, sia per chi viene finanziato, sulla scorta di regolamenti e normative molto discutibili ed a tratti molto anacronistici.

In conclusione, l’invito è quello di mantenere alta l’attenzione e prepararsi all’ennesimo colpo basso che l’Europa sta tirando al nostro mondo ed alla nostra economia, già debole ed alla ricerca di un futuro meno turbolento.

Mi duole tanto ritornare su questi argomenti, ma è evidente come il problema sia ormai realtà e come l’Europa punti ad uniformare tutte le esperienze bancarie verso forme di aziende dove non esiste alcun rating umano, dove la presenza delle persone diventerà, presto, sempre di più un dettaglio.

In un mondo della specie, dove ho enormi difficoltà ad immaginare un funzionamento a servizio del territorio e dell’economia, mi chiedo e chiedo: “Chi avrebbe dato ascolto alle centinaia di migliaia di famiglie ed imprese che si trovano ad affrontare le conseguenze economiche della pandemia? “.

Se le risposte sono quelle che oggi ci arrivano dall’Europa, credo che davvero siamo nei guai e mi viene da gridare ad alta voce, richiamando il Presidente Scalfaro, pur sapendo che nulla conta, “IO NON CI STO”.