NICOLA LANDOLFI SU ELEZIONI COMUNALI: “PRIMARIE ? NON UN OBBLIGO. SONO SOLO UNA EXTREMA RATIO”

“Le prossime elezioni amministrative si svolgeranno in 24 capoluoghi di provincia e 6 capoluoghi di regione. Si voterà a Roma, a Milano, a Torino, a Napoli. In piu di 100 comuni al di sopra i 15000 abitanti. In provincia di Salerno voteranno 42 comuni; il capoluogo e la capitale della Piana, Battipaglia. Saranno impegnate circa 200 mila persone. In Campania si voterà, tra l’altro, a Napoli e a Caserta, oltre che a Salerno.
Questo rende l’appuntamento, fissato per il 12 giugno, le prime elezioni “politiche” da quando Matteo Renzi guida il Partito e il Paese. Questa ci chiama a grandi e nuove responsabilità:
1-Unitarie. Evitando di costruire gruppi dirigenti regionali che somiglino a “tavoli regionali trattanti” e favorendo l’efficienza organizzativa dei nostri gruppi dirigenti. Il “Partito di governo” deve organizzare il “Partito che governa”, nell’ autonomia, ma senza farsene controparte.
2-Nessuna autosufficienza. Saranno elezioni che, specialmente nei ballottaggi, si trasformeranno in veri e propri ballottaggi “anti-Pd”. Quindi massima cura nei rapporti con l’area moderata, senza trasformismi, e le esperienze civiche, di movimento. Da questo punto di vista fa sorridere la polemica contro il “Partito della Nazione”! E che dovremmo essere il Partito della Mongolia? Per vincere dobbiamo essere centrali, essere il “partito delle città”, unire le comunità che vogliamo amministrare, senza prepotenze e senza forzature. Nelle città grandi dobbiamo affrontare il primo turno per fare il pieno e, possibilmente, vincere; essere pronti, ai ballottaggi, a cambiare pelle, a dialogare con tutti. Per questo non dobbiamo avere ansia e fretta per trovare i candidati ma, anzi, dare sempre di più, alla nostra iniziativa, un carattere aperto e inclusivo. La scelta del candidato Sindaco è l’esito di un processo e di un percorso, non il punto di partenza. 
3-Non considerare le primarie un totem, un obbligo. Escluderle dove ci presentiamo come “uscenti”. Prenderle in considerazione dove non abbiamo governato, come estrema ratio, ma lavorando a candidature di forte impatto unitario, di coalizione, senza dover ricorrere a un meccanismo che, nel recente passato ci ha fatto del male, non solo elettoralmente. 
Dove in Italia si dovesse decidere di celebrarle, con particolare riferimento alla platea degli elettori, io sarei per rendere le regole di partecipazione uguali alle regole “generali” delle