«Se continuiamo così, rischiamo di non superare la più grave crisi del Dopoguerra». Il settore delle costruzioni nel Salernitano sembra non intravede ancora la fine del tunnel e continua a subire l’onda lunga della crisi. È questa l’analisi del Centro Studi dell’Ance di Salerno, presentata dal presidente, Antonio Lombardi. «La persistenza di tutti i principali indicatori in campo negativo – si legge nel rapporto – sottolinea il permanere di uno stato recessivo, pur a fronte di proiezioni economiche generali improntate a un minore pessimismo».
RISCHIO USURA – In questo quadro «il rischio usura si inserisce pericolosamente nello scenario di un difficile e complesso 2014, caratterizzato da lievi segnali di inversione di tendenza soltanto nel comparto privato». Secondo l’Ance, non accenna a indebolirsi, in stretta relazione con il rischio usura, il problema dell’accesso al credito. I risultati meno negativi di questa indagine rispetto al rischio usura «possono attribuirsi – spiega Ance Salerno – alla minore domanda di credito proveniente dal mercato, che induce minore rischio nel ricorrere a canali non legali di finanziamento».
CALO DEL CREDITO – «Il credit crunch in Campania e in provincia di Salerno – ha aggiunto Lombardi – è un fenomeno ancora saldamente in atto. Nel Salernitano la persistenza delle politiche restrittive nel settore delle costruzioni è stata particolarmente avvertita anche per tutto il 2013, come rilevato dal nostro Centro Studi, al punto che si registra un valore ancora molto importante relativo alla percezione del rischio-usura. È questo il perimetro all’interno del quale ci muoviamo». Il campione di imprese intervistate reputa, inoltre, alto il livello di pressione fiscale e ne sollecita una sua riduzione sia a livello centrale, sia regionale e locale. Emerge, infine, l’auspicio di mettere in campo modelli operativi più snelli ed efficaci dal punto di vista dei controlli sull’evasione e sull’elusione fiscale, ritenendo quelli attuali scarsamente incisivi. La «tassa più odiata» dai costruttori salernitani risulta l’Irap, seguita da quella sui rifiuti.
IL FUTURO – Per il nuovo anno ci sono tutti i buoni propositi di rito. «È il momento – conclude il presidente Ance – di concentrarsi principalmente sulle priorità che si dovrebbero tenere presenti senza perdere ulteriore tempo: riqualificazione urbana; energie rinnovabili; sviluppo delle aree interne; infrastrutture e logistica. Occorre intervenire per ampliare le dimensioni medie d’impresa; per il rafforzamento della ricerca, dell’innovazione e del trasferimento tecnologico; per l’aumento del grado di apertura verso l’estero e per il rilancio delle politiche di attrazione; per la riqualificazione del modello di specializzazione produttiva; per la riduzione del grado di fragilità finanziaria delle imprese, che rende più difficile l’accesso al credito».
tratto da corrieredelmezzogiorno.it