Antonio Squillante

DA OGGI SQUILLANTE E’ UFFICIALMENTE IL MANAGER DELL’ASL DI SALERNO. GLI AUGURI DEI SINDACATI

Da oggi ANTONIO SQUILLANTE è ufficialmente il nuovo Direttore Generale dell’ASL di Salerno. L’ex assessore provinciale al Bilancio, a Napoli, nella sede della Regione Campania ha sottoscritto il contratto che, per i prossimi tre anni, lo lega alla gestione della sanità pubblica in tutta la Regione Campania.

Dopo aver rinunciato, così come previsto dalla normativa in vigore, al seggio di Consigliere Comunale di Angri ed anche all’incarico di Direttore Amministrativo del Ruggi d’Aragona di Salerno, SQUILLANTE dalle prime ore del pomeriggio sarà nei suoi uffici di Via Nizza.

 

Termina, così, un lungo periodo di gestione commissariale alla guida dell’ASL unica della Provincia di Salerno, una delle aziende, per dimensioni, numero di utenti e di dipendenti, tra le 10 piu’ grandi di tutta Italia.

Con gli oltre 9.200 dipendenti, tra dirigenti, medici e paramedici, l’ASL di Salerno è, senza ombra di dubbio, la principale azienda di tutto il territorio del salernitano.

Sulla scrivania del neo Direttore Generale dell’Azienda Sanitaria Locale ci sono, come era facile prevedere, numerose questioni da risolvere.

Pur avendo ereditato una situazione di bilancio, in parte risollevata dagli interventi del Commissario Straordinario Maurizio Bortoletti, per ANTONIO SQUILLANTE, all’orizzonte, c’è l’appuntamento con la Spending Review, i tagli alle spese imposti dal Governo, alcune questioni scottanti che interessano le singole strutture ospedaliere, una stagione estiva nel pieno con i servizi da erogare e da garantire da Sapri fino a Positano.

Nei primi giorni della prossima settimana il manager SQUILLANTE stilerà anche un calendario del suo programma, strettamente collegato al mandato che gli è stato conferito dal Governatore Caldoro che gli ha espressamente chiesto di proseguire sulla linea del risanamento di bilancio, guardando con grande attenzione alle esigenze della salute della gente.

 

SQUILLANTE NUOVO DIRETTORE GENERALE ASL SALERNO: IL COMMENTO DELLA CISL FUNZIONE PUBBLICA SANITA’

 

Innanzitutto positivo è stato il ritorno alla gestione ordinaria nel governo dell’azienda sanitaria di Salerno,– afferma Pietro Antonacchio Segretario della CISL FP – la più grande d’Europa e, sicuramente, averla data ad un uomo poco più che quarantenne significa effettivamente voler cambiare la tendenza nell’approccio della complessità delle dinamiche che riflettono le difficoltà di riorganizzazione e razionalizzazione dell’intero comparto della sanità. Lo stesso Squillante mostra coraggio nell’accettare l’incarico, per il rischio connesso alla complessità del mandato ricevuto, atteso che in relativa giovane età si trova a dover gestire un ente che fattura circa duemila milioni di euro annui, il cui debito è indefinito e indefinibile, gravato oltre modo da una gestione commissariale che si presume abbia mostrato la possibilità di poter garantire solo ed esclusivamente con le rimesse regionali il pagamento del corrente e fermare eventuali ulteriori indebitamenti. Infatti oltre ai sindaci che hanno avuto l’assicurazione che non si sarebbe chiuso l’ospedale della propria città, gli altri che sono dispiaciuti dalla mancata conferma del commissariamento, sono i privati accreditati e i farmacisti, che si garantiscono gli utili con licenziamenti e ammortizzatori sociali. Appare evidente che su quest’ultimo aspetto si nutrono enormi dubbi, per cui mi sento di consigliare al nuovo manager di prendere con le pinze tutte le manifestazioni di raggiungimento di obiettivi virtuali, anche in considerazione che tra le poche scienze esatte una di queste è la matematica, e come sempre si suole dire, parafrasando un illustre filosofo del concretismo partenopeo, è la somma che fa il totale. Da sottolineare che da oggi, tra gli oneri del nuovo manager vi è l’obbligo di attrezzare tutto il suo staff nell’ottica di una nuova organizzazione dell’azienda che significa rendere servizi e strutture efficienti, efficaci e finalizzate alla salvaguardia dei livelli essenziali di assistenza, onere che non era tra le priorità del commissario, il quale non tralasciava di manifestare in ogni occasione tale aspetto, che infatti lascia un’azienda le cui strutture e servizi sono assemblate col filo di ferro, pronta al collasso strutturale cui nessuna cittadinanza onoraria potrebbe evitare se non si interviene concretamente a valorizzare le attività meritevoli d’attenzione e accorpare funzioni, nell’ottica dell’appropriatezza delle prestazioni e della razionalizzazione delle attività per evitare sprechi e duplicazioni inutili. Per tale semplice ragione sarebbe utile che il nuovo Direttore Generale sia affiancato da direttori aziendali, sanitario ed amministrativo, determinanti e coerenti, quale attitudine comportamentale quotidiana, con gli obiettivi aziendali e le linee guida regionali, poiché lo scenario cui siamo stati costretti ad assistere, caratterizzato dalla faida interna tra la struttura sanitaria e quelle commissariali del triennio, è stato uno spettacolo deprecabile e senza eguali attesa la importanza che il settore sanitario riveste per la popolazione. Come altrettanto utile sarebbe dotarsi di un atto aziendale che nel breve e lungo periodo riassetti sul territorio un’azienda sanitaria capace di dare risposte positive ai bisogni della cittadinanza e dell’utenza tutta, che valorizzi ogni struttura nell’ottica della salvaguardia del diritto alla salute e al benessere a partire dall’emergenza, che premi i più meritevoli e valorizzi i più capaci. Nell’immediato, e non appena avremo un approccio dialettico con il nuovo staff, mi premerà far rilevare al dr. Squillante la necessità di dare maggior valore al confronto con le parti sociali e di definire la uniformità e omogeneità del trattamento economico e giuridico su tutta l’azienda, poiché neanche il miglior Bortoletti è riuscito in tale intento, essendo in tutt’altre faccende affaccendato. Pertanto senza tema di smentite si può dire che l’eredità lasciata dalla struttura commissariale è senza dubbio quella di un’azienda unica che non c’è, con difformità salariali e giuridiche che hanno aumentato a livelli esponenziali la separazione e la differenziazione tra gli operatori, con una gestione clientelare e opportunistica di istituti contrattuali e normative. Certamente è una condizione di cui il vecchio commissario, attesa la sua appartenenza di categoria, non potrà mai andarne fiero, con nostro sommo rammarico. Una cosa certa è che errori di valutazione, come organizzazione sindacale, non ne vogliano fare. Come è solito dire un mio caro amico di Nocera Inferiore, conoscitore accorto delle dinamiche politiche del territorio nonché delegato della RSU Alfonso della Porta, il buon cavallo, quello vincente, si vede sul lungo percorso. In tal senso valuteremo il nuovo manager, anche in considerazione che per lui la concreta realizzazione degli obiettivi assegnati, avrà un’evidenza concreta sul territorio e non esclusivamente mediatica nelle sedi istituzionali in cui ci si accontenta di report e slide ad arte confezionate.” (Pietro Antonacchio)

 

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