Due avvocati pagati, con una transazione al 20% e dopo una lunga ed estenuante trattativa, un altro, invece, immediatamente pagato dallo Stato, tramite la Casmez, ente direttamente controllato dal Governo. Ecco allora cosa è realmente accaduto intorno alla complessa vicenda del finanziamento,
prima revocato e poi riottenuto, dalla Provincia di Salerno per il prolungamento della Tangenziale. In primo ed in secondo grado, a patrocinare l’amministrazione provinciale, ci sono gli avvocati FRANCO MASSIMO LANOCITA ed ENZO MARIA MARENGHI i quali, al termine di una lunghissima procedura, ottengono giustizia e riportano nelle casse della Provincia di Salerno 44 milioni di euro. Nel frattempo redigono la loro brava nota spese, la relativa parcella che, con l’applicazione dei minimi tariffari, arriva ad 1 milione di euro: da Palazzo Sant’Agostino rispondono picche, fanno sapere di non avere soldi ed, invece, giunge una proposta di accettare, a saldo e stralcio, il pagamento del 20%. Affare fatto, anche perchè gli avvocati in questione sanno bene di avere di fronte i soldi dei cittadini. Nello stesso periodo finisce anche un altro giudizio: promosso dall’azienda che aveva ottenuto l’appalto, poi revocato per la revoca del finanziamento. A difendere la Provincia di Salerno c’è l’avvocato TINO IANNUZZI il quale, chiamando in causa anche il CIPE, il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica, riesce a spuntarla evitando alle casse di Palazzo Sant’Agostino il pagamento di 10.000.000 di euro. Chiuso il giudizio, presenta la sua brava parcella, pari ad un milione e mezzo di euro che viene liquidata dalla CASMEZ. Vale la pena, però, di sottolineare un particolare: all’epoca del pagamento della profumata parcella al Governo, e quindi al controllo della Casmet, c’era PRODI. E Iannuzzi era un parlamentare che sosteneva quel governo…