Lunedì 26 Novembre, dopo un lungo tira e molla nel quale la politica ha svolto un ruolo determinante in senso negativo, potrebbe concludersi la lunga fase di crisi del Consorzio Salernitano per i Trasporti Pubblici. Una data che, a meno di clamorosi colpi di scena, dovrebbe segnare l’impegno concreto dei soci che procederanno alla ricapitalizzazione, mettendo risorse fresche nelle casse dell’ente di Piazza Matteo Luciani.
Soldi, non chiacchiere, impegni concreti e non semplici e sterili annunci per garantire ai cittadini della Provincia di Salerno la prosecuzione del servizio di trasporto pubblico, ma anche per evitare forti tensioni sociali con i dipendenti dell’azienda che, in maniera molto civile, hanno atteso il momento della verità. E’ l’ora nella quale non ci si può sottrarre alle proprie responsabilità chiamando in causa altri: il Comune di Salerno non può continuare nella sua invettiva contro la Regione Campania e contro i vertici del PDL, la Provincia di Salerno non può proseguire nella strada delle “colpe che vengono da lontano, per i decenni di amministrazione di centro sinistra”.
Ai cittadini, come ai lavoratori dell’azienda, di chi sia la colpa non interessa una beneamata mazza. La responsabilità politica viene sancita nelle urne, quella giudiziaria ha altre forme di sanzione.
Adesso bisogna essere chiari: dentro o fuori, si o no. Punto e basta. La smettano “assessorini di giornata” con le loro elucubrazioni politiche e tecniche che vengono, a stento, comprese dagli addetti al settore.
Lo sa bene il Presidente MARIO SANTOCCHIO che, in questi mesi, ha ingoiato molti bocconi amari ma, per dovere di cronaca, non è mai stato oggetto di contestazioni da parte dei lavoratori, anche dinanzi a lunghe attese per ricevere il pagamento dello stipendio. Qualcosa, questo, vorrà pur significare: le proteste, invece, ci sono state sia davanti al Comune di Salerno che nei pressi di Palazzo Sant’Agostino.
