PIZZE DA ASPORTO AL CENTRO DEL DIBATTITO POLITICO: ECCO PERCHE’

Ai piu’ potrebbe sembrare singolare che il tema della pizza da asporto, ancora vietata in Campania, possa trasformarsi in un argomento centrale del dibattito politico ma, forse, sfuggono alcuni particolari di ordine economico e sociale.

In primo luogo attorno al settore delle pizzerie, in tutta la Campania, facendo un conto per difetto, tra impieghi diretti ed indotto, ruotano oltre 200.000 persone che, in questa fase, per ragioni ovvie, hanno dovuto fare ricorso agli aiuti dello Stato (tra bonus per le partite Iva e Cassa Integrazione). Ebbene, riattivando questo settore, che in tutte le altre regioni, compresa la Lombardia, funziona, ci sarebbe un taglio di chi, per vivere e sopravvivere, ha necessità di ricorrere ai soldi pubblici.

C’è poi un’altra faccia della medaglia da valutare: quanti sono i nuclei familiari composti da una o al massimo due persone, spesso anche anziani, che avrebbero un beneficio dalla consegna a casa del cibo, compresa la pizza ? Un effetto positivo anche per la pressione nei confronti di negozi di alimentari ma anche un momento di svago, in una fase tanto delicata per la salute mentale di migliaia di persone.

Il tutto, pare chiaro anche ai bambini, deve avvenire nel massimo rispetto delle norme per la sicurezza, cosi’ come accade anche per le tante consegne domiciliari che vengono effettuate senza sosta anche durante il periodo del blocco totale delle attività per il Covid 19.

Nelle ultime ore, da Palazzo Santa Lucia, dopo tante pressioni, dopo raccolte di firme, petizioni, interviste ed appelli al buon senso, pare che anche il Governatore De Luca stia ripensando ad una decisione che ha messo in ginocchio un intero settore.