SCIOGLIERE COMUNI ED ENTI IN PROVINCIA DI SALERNO PER INFILTRAZIONI MALAVITOSE. LA SINGOLARE BATTAGLIA DEL DEPUTATO NAPOLETANO DELL’IDV FRANCESCO BARBATO

Come l’acido, vuole sciogliere tutto. Province, comuni, società miste: appena ha notizia di una inchiesta che la magistratura avvia sull’operato di questo o di quell’ente parte con la sua interrogazione parlamentare chiedendo al Ministro degli Interno di procedere allo scioglimento per infiltrazioni malavitose. Pochi lo conoscono nel salernitano ma il deputato napoletano dell’IDV BARBATO è noto negli ambienti politici romani.

 

Per nulla conformista, l’ex Agente Assicurativo napoletano, giunto nel 1998 alla corte di Antonio Di Pietro, ha collezionato un lungo elenco di richieste di scioglimento nei confronti delle amministrazioni locali. Ed ora, pur essendo stato eletto in un altro collegio rispetto a quello della Provincia di Salerno, punta con grande interesse su questo territorio.

 

Perchè ? Certo, ci sono i valori della legalità da proteggere e da tutelare, ma ci sono anche all’orizzonte le elezioni politiche e BARBATO, considerato l’assoluto vuoto di potere che esiste nell’Italia dei Valori in provincia di Salerno, potrebbe anche rivendicare una candidatura nel collegio Campania 2 dove non avrebbe la concorrenza di una classe dirigente, come quella napoletana, che di lui non ha una grande considerazione.

ECCO CHI E’ FRANCESCO BARBATO

Dal 1985 al 1991 è Consigliere Comunale d’opposizione per il PSI di Camposano, comune dell’agro nolano del quale nel 1992 diventa sindaco, ma alla fine del 1993 si dimette, anche in seguito a un attentato subito. Viene tuttavia rieletto sindaco nel 1994[1]. Resta sindaco fino al 1998.

Nel 1998 è tra i fondatori dell’Italia dei Valori assieme ad Antonio Di Pietro[1]. Nel 2007 è tra i promotori della Lista Civica Nazionale. Alle elezioni politiche del 2008 viene eletto alla Camera dei deputati nella lista dell’Italia dei Valori nella Circoscrizione Campania 1.

Il 7 luglio 2010 durante una seduta della Camera dei deputati viene aggredito fisicamente da un gruppo di parlamentari del Popolo della Libertà, colpito al volto e trasportato in ospedale[2][3].

A dicembre 2011 entra in parlamento con una microcamera nascosta sotto la cravatta e parla con alcuni onorevoli raccogliendo materiale bollente per la trasmissione di La7Gli intoccabili” andata in onda il 7 dicembre. Nel video il deputato Razzi dichiara di essere passato nel PdL per riuscire a ricevere il vitalizio e la nomina a console onorario di Lucerna, città dove ha sempre vissuto.

A marzo 2012 suscita scalpore un servizio de Le Iene in cui una sua ex-assistente parlamentare dichiara di essere stata assunta e pagata senza un regolare contratto. La causa di lavoro scaturita tra il deputato e l’ex-collaboratore si risolse con un accordo in cui le parti si impegnarono a mantenere il segreto della transazione e che Barbato corrispondesse dei soldi alla controparte. Barbato negò tutto rifiutandosi di leggere il contenuto dell’accordo portatogli dall’inviato delle Iene.

Il 14 maggio 2012 comunica la propria autosospensione dalla Camera dei Deputati, apprendendo di essere oggetto di indagini da parte della magistratura inquirente. [4][5]. Tuttavia senza che la sua posizione sul fronte delle indagini sia cambiata, il 3 luglio 2012 torna in aula venendo espulso per aver utilizzato una frase volgare per attaccare la maggioranza[6]. Mentre usciva dall’aula, il deputato ha rivolto il dito medio verso gli esponenti del PD.

Il 31 ottobre 2012 si è iscritto al Partito Pirata Italiano. La sua iscrizione è attualmente in attesa di essere votata dall’Assemblea Permanente del partito, riunita virtualmente sulla piattaforma deliberativa Liquidfeedback, come da regolamento del Partito Pirata relativamente alle persone politicamente esposte.

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