SU LEGGO.IT DE LUCA A 360 GRADI. ED IL QUOTIDIANO ON LINE LO LANCIA COME PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

l video in cui apostrofa la capogruppo dell’M5S Roberta Lombardi per la sua “supponenza” è diventato virale su internet ed è un cult sui social network. Se l’aspettava?

«Sinceramente no: siamo modesti artigiani della Politica e viviamo nelle nostre periferie. In un Paese ricco di statisti e povero di amministratori, noi siamo iscritti alla seconda categoria e non frequentiamo gli statisti di Roma. Ma, per dirla in altre parole, la cafoneria non è un argomento e non è una ragione: abbiamo il diritto di contestare tutto e la classe dirigente che abbiamo conosciuto in Italia è indifendibile, anche se con responsabilità diverse, perché nessuno è stato all’altezza del cambiamento di questo Paese e nessuno ha avuto il coraggio e la forza di adottare una linea di rigore quando bisognava farlo. Detto questo, l’alternativa ai morti nella politica tradizionale non è la cafoneria. E questo fenomeno comincia a darmi fastidio e a diventare insopportabile».

 


Quindi il coraggio di dire quel che si pensa paga sempre?
«C’è gente che butta il sangue dalla mattina alla sera e deve fare attenzione che non le sparino in testa in qualche zona di camorra; e deve dare l’anima per cercare di aprire un cantiere e offrire lavoro. Quelli che appartengono a questa categoria, alla quale sono iscritto io d’ufficio, hanno intenzione di parlare con molta concretezza e non tollerano le finzioni della democrazia in Rete che è una grande balla; come questo parlarsi tra dieci di loro, lasciando i poveri cristi al di fuori di tutto, perché il 90% della gente al di sopra dei 50-60 anni non sa neanche che diavolo siano le tecnologie. Insomma, cerchiamo di adottare criteri di semplicità e di eliminare le finzioni».
Le Figaro cita in un suo blog il suo video, definendolo una critica al vetriolo all’M5S. La credibilità di fronte all’Europa si riconquista con il coraggio delle proprie opinioni?
«La democrazia è una cosa complicata e noi non abbiamo ancora imparato fino in fondo le sue regole. È fatta di rigore e responsabilità. L’alternativa alle anime morte e alla politica politicante non è il cabaret. Le parole non valgono più nulla se scollegate dai fatti e in un Paese che ha perso la fiducia e la speranza. Lo dico anche per la mia parte politica, il Pd: proporre i famosi “otto punti”, come ha detto Bersani, e nel frattempo non far niente è qualcosa che rischia di non avere alcun valore. Piuttosto, ditemi uno di quegli otto punti su cui iniziare a fare battaglia da subito».
Nel suo sito parla per l’M5S di “posizioni sempre più incomprensibili e di un cumulo di imbecillità”? Cosa vede all’orizzonte per i grillini? 
«Vedo venire a galla tante contraddizioni rispetto alle quali bisogna decidere. Ho grande rispetto per coloro che hanno votato il Movimento 5 Stelle per esprimere la propria indignazione e l’insopportabilità di una politica tradizionale che non riesce a decidere niente e che produce solo parole. Sento mia questa indignazione e questa ansia di cambiare tutto in questo Paese. Dopodiché il problema è proprio questo: si vuole cambiare davvero o si vuole parlare del cambiamento? I grillini sono andati a Roma per cambiare l’Italia o per cambiare aria? Dalle ultime decisioni sembra siano più propensi alla seconda: ho visto che sono andati all’agriturismo a fare il pic-nic e la scampagnata. È una cosa molto bella e piacevole, ma a chi vuole cambiare l’Italia e la propria condizione di vita non può fregar di meno di queste scampagnate. Bisogna venire al dunque».
Come?
«Siamo un paese sull’orlo del precipizio e ci restiamo. Chi decide di entrare nelle istituzioni decide automaticamente di assumersi responsabilità di governo. Se si intende rifiutare la logica della politica politicante io non sono d’accordo ma d’accordissimo. Ma il momento è quello oggi di prendere decisioni: si pongano le questioni programmatiche più rigorose e si dialoghi con chi è in grado di reggere una politica di rinnovamento. Questa è una sfida per la politica delle anime morte che sono chiamate allo scoperto, ma è una sfida anche per il Movimento 5 Stelle perché il passaggio dalle parole alla realtà è un passaggio terribile ma ineliminabile. E allora, riforme istituzionali: che volete? Reddito di cittadinanza: che significa? Stipendio a tutti: e con i soldi di chi? Iniziamo a parlare nel merito dei problemi».
Da cosa inizierebbe?
«Che cosa aspettiamo, ad esempio, per un’iniziativa forte a difesa dei Comuni? È mai possibile che per un anno non abbiamo fatto nulla quando, a mio parere, andava occupata la sede di Palazzo Chigi per imporre cambiamenti del patto di stabilità nel rispetto dei vincoli europei? Quando bisognava spiegare a muso duro a coloro che non capiscono che qui sta morendo l’Italia? Se descrivessi qual è diventata la vita nei quartieri, il tasso di violenza che si tocca con mano, una condizione quasi da stato di natura nella quale si vive dopo le dieci di sera nelle aree urbane. È questo il quadro di una società che è ad un tale grado di violenza, corrompimento, disgregazione che rischia di non riprendersi più. Occorrono comportamenti rigorosi e tempi immediati di azione. Stiamo perdendo l’Italia e questo ancora non lo percepiscono né quelli che fanno i contabili né quelli che parlano di rinnovamento. E qui siamo ancora al dibattito. Cambiamo tutto. Io starò con coloro che vorranno cambiare tutto. Ma con la realtà, non con le parole».
In molti hanno commentato il suo video con “De Luca presidente”. Chi le piacerebbe vedere al Colle?
«Nessun nome: una personalità che rappresenti l’unità degli italiani. Nessuna scelta di parte: considererei un disastro una scelta di maggioranza precostituita. Il presidente della Repubblica non è né di centro destra né di centro sinistra: è un individuo che ha fino in fondo la sua autonomia e il coraggio della libertà. E l’altra caratteristica che vorrei è quella di una personalità accreditata nei confronti dell’Europa, dell’occidente e del mondo intero. Ogni tanto sento argomentazioni molto naif, da salotto o da dopolavoro ferroviario: e invece stiamo parlando del presidente della Repubblica italiana. Il Capo dello Stato deve possedere già una sua credibilità nelle cancellerie europee, negli Stati Uniti d’America e nei grandi paesi del mondo, e dev’essere in grado di rappresentare un’immagine di prestigio e credibilità dell’Italia».
E cosa direbbe a chi inneggia a lei?
«Dio li benedica tutti quanti

tratto da leggo.it

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