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IL CASO DELL’AUTORITA’ PORTUALE DI SALERNO. LA POLITICA DEI DUE FORNI.

Riformare le Province? Va bene, anzi benissimo. Ridurre il peso dello Stato ? Meglio ancora ma se viene ad essere toccata una porzione di potere gestito a livello locale arriva una inaspettata alzata di scudi. Il caso è quello della Autorità Portuale di Salerno che, secondo una serie di voci e di indiscrezioni provenienti da Roma, potrebbe essere accorpata a quella di Napoli. Apriti ciello: raccolta di firme, petizioni, sommosse popolari, convegni, comizi e chi piu’ ne ha piu’ ne metta.

 

Le critiche arrivano, addirittura, da chi, da anni, invoca una sburocratizzazione della macchina della pubblica amministrazione. Illustri esponenti del mondo dell’economia pronti a criticare l’eccessiva presenza dello Stato in tutti i settori dell’economia, salvo, però, fare una drastica virata quando ci sono in ballo interessi di bottega. 

La cosa ancora piu’ grave è che a far discutere non è un disegno di legge o una proposta concreta ma una semplice voce. Tanto è bastato a scatenare l’inferno. 





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