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AMALFITANA GAS IN AGITAZIONE. A RISCHIO LE FORNITURE NELLA VALLE DELL’IRNO

Amalfitana gas: proclamato lo sciopero. In arrivo una ondata di agitazioni su tutto il territorio provinciale coperto dalla società, che potrebbe causare anche uno stop della distribuzione in Costiera amalfitana, in alcuni comuni della Valle dell’Irno, oltre che in Cilento, dove sono in corso anche opere di metanizzazione, che potrebbero subire anch’esse un blocco. I dipendenti lamentano il mancato pagamento di 6 mensilità e di 4 transazioni sul Tfr.

 

La vertenza si trascina, ormai, dall’estate e va avanti tra stati di agitazioni, richieste di incontro in prefettura, avvio di procedura di raffreddamento, fino ad arrivare alla proclamazione dello sciopero di ieri. Le posizioni, nonostante qualche tiepida ipotesi di risoluzione, subito svanita, purtroppo sono state sempre molto distanti e non hanno portato, finora, ancora a una risoluzione. I dipendenti, dal canto loro, lamentano la mancata retribuzione degli stipendi di maggio, giugno, luglio, agosto, settembre e ora anche ottobre, oltre alla quattordicesima e a 4 transazioni sul Tfr. Durante il mese di luglio scorso le organizzazioni sindacali avevano chiesto l’avvio della procedura di raffreddamento a causa del mancato rispetto degli impegni assunti nei precedenti incontri in prefettura su un consistente riconoscimento economico in merito al credito vantato dai lavoratori. Nonostante le minacce di scioperi, da allora, nulla è cambiato. L’ondata di agitazioni in arrivo, che dovrà essere concordata con la prefettura, rischia di provocare non pochi disagi in molte aree del territorio provinciale. La società, infatti, garantisce la copertura del gas in molti comuni della Costiera amalfitana, tra i quali Minori, Maiori, Furore, Amalfi, Cetara, Positano, Ravello, Scala, Praiano e Tramonti, oltre ad alcuni della Valle dell’Irno, tra i quali Fisciano, Pellezzano, Baronissi, Calvanico, e del Cilento, dove sta anche provvedendo alla realizzazione di opere di metanizzazione, per i quali ci sono stati negli ultimi mesi forti bracci di ferro con le amministrazioni comunali di Capaccio e di Agropoli, dove l’impresa è stata costretta a pagare una penale di 188 mila euro per aver interrotto ingiustificatamente i lavori di metanizzazione per 5 anni. L’importo sarà corrisposto mediante l’esecuzione di opere, funzionali o meno al completamento della rete di distribuzione del gas metano sul territorio. La spesa orientativamente sostenuta dalla ditta esecutrice ammonta a 13 milioni di euro.

 

tratto da Il Mattino di Sabino Russo