ANTONIETTA CORAGGIO (FORZA ITALIA): “CILENTO SCIPPATO DELLE SCUOLE PER MOTIVI POLITICI”

“Siamo all’inizio di un nuovo anno scolastico. Le incertezze della ripresa sono pari solo a quelle delle modalità di svolgimento delle lezioni. Banchi singoli e distanziamento, mascherine e tamponi obbligatori, in barba ad ogni diritto e rispetto della persona e del suo senso di responsabilità, soprattutto se educatore, occupano le cronache di questi giorni e preoccupano le famiglie.

In realtà dagli annunci e proclami fatti filtra un senso di incertezza, intriso di un dirigismo di altri tempi. La democrazia è, senza dubbio, una forma di governo difficile da gestire in tempi di pandemia, meglio ricorrere a dictat ed editti sotto la moderna forma dell’ordinanza. Meno facile è coinvolgere gli operatori della scuola che, quotidianamente, la vivono e ne conoscono le criticità.”

Lo dichiara Antonietta Coraggio, Vice Sindaco di Valle della Lucania e  candidata al Consiglio Regionale con Forza Italia.

Ritengo che alla base degli errori con cui a breve dovremo fare i conti ci sia questa grave mancanza di metodo. Coinvolgere gli insegnanti e quanti fanno parte del mondo della scuola, studenti e famiglie compresi, per individuare le migliori soluzioni, soprattutto vista la condizione in cui versa l’edilizia scolastica regionale, poteva essere l’occasione, questa sì, di fare della Campania un modello da esportare. Invece, ancora una volta, assistiamo ad annunci di fondi stanziati per l’edilizia, adeguamento delle strutture e l’ammodernamento, così tentando, maldestramente, di celare le carenze e gli errori del passato.

E’ triste pensare che a parlare sia la stessa forza politica che da ben cinque anni governa questa regione e che, senza i fondi europei oggi stanziati, poco o nulla aveva in programma di fare, benchè anche quanto preannunciato dimostri la scarsa attenzione per la cultura e la formazione dei giovani del territorio.

La memoria va ad un episodio emblematico che ha visto letteralmente scippare per ragioni più che tecniche di equilibri politici da mantenere, il territorio cilentano prima e quello camerotano, poi, della possibilità di avere un plesso scolastico moderno, vocato alle attività turistiche del territorio.
Spero ardentemente che la compagine amministrativa di prossima elezione abbia atteggiamenti di maggior maturità e comprenda che lo sviluppo di un’area strategica di questa regione passa, necessariamente, per investimenti nella formazione e cultura della gioventù che ci vive.
Diversamente, temo che saremo costretti ad essere spettatori di una nuova diaspora, un nuovo esodo che in nostri paesi non possono permettersi.

La costruzione seria di una politica del turismo e della cultura in questa regione passa, ancora una volta, mi preme dirlo, con il confronto e l’incontro delle comunità e delle loro esigenze, ed allora mi chiedo quando, molti degli attuali paladini del Cilento e dell’intera provincia si siano degnati di dare ascolto e rappresentanza alle legittime istanze delle persone che vivono e lavorano in queste zone?

Non mi sovviene con facilità che i rappresentanti politici regionali in questi cinque anni di legislatura abbiano assiduamente frequentato la nostra provincia.
Occorrerebbe, a mio parere, una rivoluzione nel metodo prima ancora che nel merito. Cambiare l’approccio ai problemi non della sola scuola, sebbene oggi sia l’odierna emergenza.
Infatti si sconta l’impreparazione e il ritardo nell’approntare le misure adeguate, soprattutto perché non si conoscono realmente i territori. Male della moderna politica è quello di catapultare nei nostri luoghi e parlo in generale, persone che non hanno radici ovvero non hanno mantenuto contatti con essi. Quale soluzione potranno mai proporre, non conoscendo se non superficialmente le diverse aree della regione che si vantano di rappresentare?

Lo specchietto dei finanziamenti, facendo leva sui sentimenti di insicurezza delle persone, non può ottundere il senso critico delle stesse verso chi ha amministrato questa parte del “Bel Paese”.