DE LUCA ORA STA CON CONTE: “BENE HA FATTO LEADER M5S A DENUNCIARE PRESENZA CACICCHI NEL PD”

“Sia benedetto Giuseppe Conte che ha sollevato il tema dei cacicchi, io sono completamente d’accordo ma a condizione che chiariamo il contenuto dell’espressione cacicchi”. Lo ha detto il presidente della Regione Campania, Vincenzo DE LUCA, nella consueta diretta Fb del venerdì nel corso della quale ha elencato una lunga lista di cacicchi “che stanno a Roma e che vanno cancellati”. “L’unico chiarimento è capire chi sono questi cacicchi, erano dei farabutti dell’America latino americana che esercitavano forme di potere usando la violenza, quelli lì non si sottoponevano alle elezioni democratiche, al giudizio dei cittadini, quindi il riferimento è fuori luogo. L’espressione fu introdotta da D’Alema quando voleva screditare i sindaci eletti dai cittadini che cominciavano ad avere un ruolo che dava fastidio”, ha spiegato. “I cacicchi che dobbiamo cancellare, d’accordissimo, stanno a Roma, stanno nelle segreterie dei partiti: sono quelli che non si sono mai presentati con la propria faccia in campagna elettorale perchè non hanno nemmeno il voto della madre, non hanno mai avuto il voto dei cittadini ma stanno sempre in mezzo – ha detto. – I cacicchi sono quelli che si fanno nominare ministri solo perché sono capi correnti, sono quelli che non lavorano, stanno comodi a Roma, sono i miracolati, i parassiti, i cooptati che senza aver fatto mai nulla stanno sempre in piedi, quelli sono cacicchi da cancellare”. “Sono quelli che prendono i vitalizi, ne conosco qualcuno in Campania che prende fino a 7mila euro netti al mese e poi fa la lezione morale – continua – sono quelli che hanno la scorta pagata dallo Stato senza motivo, per ragioni di prestigio, di esibizionismo, io ho rifiutato la scorta quando mi sono insediato. Sono quelli che dopo aver fatto il presidente della Camera hanno uffici personali, privilegi”. “Chi lavora nei territori e si sottopone al giudizio dei cittadini va rispettato, poi se è ladro deve essere mandato in galera – ha concluso – sia benedetto Giuseppe Conte a condizione che chiariamo il contenuto dell’espressione cacicco”