ELEZIONI DEL RETTORE. I SINDACATI STANNO CON ANTONIO PICCOLO

Si è chiusa la prima fase della procedura che porterà alla elezione del prossimo rettore dell’Università di Salerno con la presentazione delle candidature: sette candidati, tutti del nostro Ateneo, concorrono alla più alta carica della Hippocratica Civitas.

Sette personalità di spicco hanno presentato programmi diversamente articolati con molti punti in comune e molte differenze, corredati da curricula estremamente autorevoli.

 

Il compito di succedere al rettore Pasquino è impegnativo, perché questi dodici anni hanno visto una guida energica e fattiva, spesso caratterizzata da una proiezione verso l’esterno e non solo dal punto di vista accademico.

Il rettorato Pasquino ha visto completare la difficile opera di insediamento dell’università nella Valle dell’Irno portando il campus al definitivo assetto strutturale-edilizio e puntando molto sulla sua identificazione come comunità.

E, soprattutto sull’idea di comunità, non ha fatto mai mancare l’apporto di tutte le componenti, riconoscendo in particolare il ruolo delle organizzazioni sindacali e praticando quotidianamente il confronto che solo in qualche occasione ha portato allo scontro.

Oggi si può considerare conclusa la fase dell’espansione edilizia del campus, dovendo invece incalzare molto le altre istituzioni per creare una rete di collegamenti, a cominciare dalla bretella ferroviaria, che renda raggiungibile l’Ateneo con un efficiente servizio pubblico.

Invece non bisogna mai distrarsi dall’obiettivo di vedere il nostro campus come comunità.

Per fare questo bisogna renderlo vivibile e appetibile da parte degli studenti,
accompagnandoli dalla loro iscrizione ai test di ingresso fino al loro collocamento al lavoro, non
dovendo mai pensare che il compito dell’università possa limitarsi a fornire il titolo accademico.

E allora è importante migliorare sempre di più la qualità della didattica (che non può essere distinta dalla qualità della ricerca) facendo in modo che essa si trasformi in formazione.

Bisogna migliorare i servizi e l’accoglienza nel campus: rigoroso rispetto dei doveri di ciascun membro della comunità in tema di presenza e puntualità ai corsi e agli esami per quel che riguarda i docenti e, per quel che riguarda il personale tecnico e amministrativo, innovazione amministrativa e semplificazione.

E lo studente deve essere ben accompagnato anche dopo il raggiungimento del titolo di studio con un sistema di orientamento in uscita che lo aiuti nella ricerca di occupazione.

Ma tutto ciò non può essere disgiunto da una grande attenzione per il diritto allo studio: il nostro Ateneo deve continuare a essere quell’ascensore sociale che permette ai capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, di raggiungere i gradi più alti degli studi.

 

 

 

 

 

 

Pertanto è necessaria un’attenta analisi nella scelta delle fasce di reddito per le tasse e
un’oculata gestione delle borse di studio e del part-time, soprattutto ricercando ulteriori risorse.

Anche a proposito della ricerca è necessario che le risorse reperite dall’area scientificotecnologica presso enti pubblici e privati possano essere reinvestite assieme alle risorse pubbliche, ormai poche, nella ricerca di base.

Così come bisogna pensare all’incremento del sostegno ad attività quali la mobilità
internazionale, l’innovazione e le iniziative di spin-off, cercando anche di avere rappresentanti
dell’Ateneo in posti chiave dove si decidono la programmazione e la destinazione delle risorse.

Per tali motivi è importante che l’Università sia e rimanga un soggetto statale e pubblico.

Questo, però, resterebbe un libro dei sogni se non si pensasse al reperimento di maggiori risorse finanziarie e umane per ridurre le sofferenze di bilancio e favorire il miglioramento dei servizi, anche attraverso un programma di assunzioni per un ricambio generazionale che contrasti l’attuale ingessamento del personale.

Ma per il sindacato confederale è necessario che il futuro rettore dia garanzie sul rapporto che vuole avere con i lavoratori e chi li rappresenta.

In questi giorni i candidati si sono rapportati in modo diverso con le organizzazioni sindacali:
chi si è astenuto dal confrontarsi, chi ne ha incontrato solo alcune sigle e altre no, chi le ha
incontrate tutte illustrando il proprio programma o chiedendone anche pareri, chi invece ha
voluto coinvolgere CGIL, CISL e UIL fin da quando la candidatura era ancora allo stato embrionale.

È questo il caso del prof. Antonio Piccolo con il quale il confronto è iniziato ancor prima che venisse decretata l’indizione delle elezioni.

Sui temi del diritto allo studio, ai sindacati confederali molto cari, il prof. Piccolo ha offerto la sua esperienza di presidente dell’A.di.s.u. che rappresenta sicuramente, in Campania, un punto di eccellenza garantendo agli studenti i migliori servizi per qualità e quantità.

Con il prof. Piccolo si è condiviso gran parte del programma, ma soprattutto si è condiviso una visione del dialogo fra amministrazione, forze sindacali e tutte le componenti dell’Ateneo improntata alla continuità con il metodo del rettore Pasquino.

E si è condiviso l’impegno a rispettare tutti gli accordi e le prassi positive instaurate fino ad oggi a cominciare dalle progressioni di carriera e fino al mantenimento del livello retributivo (finché la normativa nazionale non permetterà una contrattazione vera con nuove risorse).

Ma si è anche convenuto che bisogna innovare pensando a modalità di coinvolgimento e incentivazione di tutto il personale verso il reperimento di fondi pubblici e privati, valorizzando sia l’apparato amministrativo, che quello docente e tecnico.

Per questi motivi FLC CGIL, CISL Federazione Università e UIL RUA dell’Ateneo di Salerno
sostengono la candidatura alla carica di Rettore dell’Università di Salerno del Prof. Antonio Piccolo.

 

Fisciano, 7 giugno 2013

 

 

FLC Cgil CISL Federazione Università UIL RUA

( Michele Pirone ) ( Pasquale Passamano ) ( Antonio Trivelli )

 

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