FEDERICO CONTE (MDP): “ECCO I TEMI DELLA PRIMA FESTA NAZIONALE DI NAPOLI”

La Prima festa nazionale di Articolo UNO – MDP deve segnare un nuovo inizio politico, in cui più che il racconto delle ragioni e dei meriti acquisiti per la creazione  di una nuova casa della sinistra democratica, la vera casa del centro sinistra, assumano un ruolo centrale elaborazioni, proposte e impegni concreti sulle politiche attuali e sulle prospettive, in particolare per la Questione meridionale ribadendo una sua nuova centralità, non più solo nazionale ma europea: bisogna ridiscutere il ruolo internazionale, produttivo e di contaminazione culturale del mediterraneo che è essenziale per riequilibrare i rapporti dell’Europa con il Medio Oriente, l’Africa e l’Asia. E ciò vale per il commercio e la politica estera, lo sviluppo di una economia che privilegi le eccellenze e le potenzialità strategiche dell’area mediterranea, che è ancora un campo inesplorato.  Vale per stabilizzare la ripresa produttiva meridionale, laddove il Pil da due anni cresce più che nelle regioni del centro Nord per effetto di fattori internazionali e della politica monetaria (quantitative easing) praticata dalla BCE sotto la guida di Draghi e va quindi accompagnata e integrata da interventi di politica economica del Governo Nazionale mirati. Basti considerare che, con i ritmi di crescita del 2016, stando ai dati Svimez, il sud tornerà ai livelli pre-crisi del 2008 fra dieci anni, l’Europa li ha già raggiunti e superati, le regioni del Nord Italia li raggiungeranno il 2018. Vale per alzare i livelli dell’occupazione, in particolare quella giovanile (tre giovani su quattro non lavorano e uno su tre migra o emigra). Vale per contrastare la povertà assoluta che al sud riguarda il 10% della popolazione rispetto al 6% del centro nord, e quella cosiddetta a rischio che fa registrare uno squilibrio ancora più ampio. Vale per una politica di nuova cittadinanza interna (Ius Soli) e di accoglienza contro una pratica di criminalizzazione dell’immigrazione che, per ragioni elettoralistiche, pretende di ridurre a mero problema di ordine pubblico un fenomeno sociale con il quale dovremo convivere per anni e volgere, perciò, in positivo anche sotto il profilo economico.La Prima festa nazionale di Articolo UNO – MDP deve segnare un nuovo inizio politico, in cui più che il racconto delle ragioni e dei meriti acquisiti per la creazione  di una nuova casa della sinistra democratica, la vera casa del centro sinistra, assumano un ruolo centrale elaborazioni, proposte e impegni concreti sulle politiche attuali e sulle prospettive, in particolare per la Questione meridionale ribadendo una sua nuova centralità, non più solo nazionale ma europea: bisogna ridiscutere il ruolo internazionale, produttivo e di contaminazione culturale del mediterraneo che è essenziale per riequilibrare i rapporti dell’Europa con il Medio Oriente, l’Africa e l’Asia. E ciò vale per il commercio e la politica estera, lo sviluppo di una economia che privilegi le eccellenze e le potenzialità strategiche dell’area mediterranea, che è ancora un campo inesplorato.  Vale per stabilizzare la ripresa produttiva meridionale, laddove il Pil da due anni cresce più che nelle regioni del centro Nord per effetto di fattori internazionali e della politica monetaria (quantitative easing) praticata dalla BCE sotto la guida di Draghi e va quindi accompagnata e integrata da interventi di politica economica del Governo Nazionale mirati. Basti considerare che, con i ritmi di crescita del 2016, stando ai dati Svimez, il sud tornerà ai livelli pre-crisi del 2008 fra dieci anni, l’Europa li ha già raggiunti e superati, le regioni del Nord Italia li raggiungeranno il 2018. Vale per alzare i livelli dell’occupazione, in particolare quella giovanile (tre giovani su quattro non lavorano e uno su tre migra o emigra). Vale per contrastare la povertà assoluta che al sud riguarda il 10% della popolazione rispetto al 6% del centro nord, e quella cosiddetta a rischio che fa registrare uno squilibrio ancora più ampio. Vale per una politica di nuova cittadinanza interna (Ius Soli) e di accoglienza contro una pratica di criminalizzazione dell’immigrazione che, per ragioni elettoralistiche, pretende di ridurre a mero problema di ordine pubblico un fenomeno sociale con il quale dovremo convivere per anni e volgere, perciò, in positivo anche sotto il profilo economico.In un tale contesto, per fronteggiare la crisi che continua ad attanagliare la Campania, c’è bisogno di un nuovo piano di investimenti che interessi l’economia, il sistema produttivo, l’assetto territoriale, le infrastrutture  e i servizi. Non solo un programma di intenti, certamente necessario.  Ma un complesso di interventi coordinati ed organici che va preceduto da una due diligence rafforzata, un’operazione verità, per conoscere le condizioni in cui versa effettivamente la struttura produttiva e sociale onde predisporre e selezionare misure che siano idonee a proiettare  le nostre comunità  verso l’Europa e fuori dal populismo e dal clientelismo regionale.             Un lavoro al quale il nostro movimento deve concorrere avviando una riflessione a tutto campo sia al proprio interno che nel confronto pubblico, coinvolgendo operatori, organizzazioni sociali e formazioni politiche.               E’un obiettivo da perseguire con metodo e applicazione promuovendo e stimolando le sensibilità regionali e nazionali di Articolo Uno.
Da subito, a livello nazionale, bisogna aprire un confronto in occasione dell’approvazione della Legge di Bilancio su alcuni punti qualificanti quali:
la previsione di una riserva del 34% in favore nel Mezzogiorno dell’impegno complessivo della spesa pubblica nazionale, dalla quale come è noto dipendono in larga misura sviluppo e occupazione. Percentuale non contestabile perché parametrata al numero degli abitanti del Sud rispetto al resto del Paese.  È fin troppo evidente, del resto, quanto le misure approntate dalla legge n.91/17, approvata nel disinteresse del governo regionale e dei nostri parlamentari, siano insufficienti (e peraltro tutte basate sui finanziamenti europei) e inadeguate (si riferiscono a micro-iniziative economiche)  e dunque di modesta d’incidenza;
L’assunzione nell’immediato di misure concrete per i giovani, quali ad esempio, nel contesto delle politiche nazionali di lotta alla povertà, la immediata costituzione presso le Università, pubbliche e private, di un “Ufficio per l’inserimento”, che sostenga economicamente (con un assegno mensile) e assista per le sue esigenze personali (problemi di salute, esigenze abitative, difficoltà familiari) i giovani laureati il cui reddito familiare non supera i 24mila euro per i due anni successivi al conseguimento del diploma. Una sorta di “welfare del laureato”, collegato anche al merito (con premialità per i laureati in corso e con i migliori voti), che gli consenta di affrontare il periodo di inserimento nel mondo del lavoro senza la preoccupazione del proprio sostentamento e delle proprie necessità;
Al contempo è doveroso promuovere nell’immediato iniziative di competenza della Regione, che non può limitarsi a “gridare al lupo” e fare da spettatore burocratico della malasanità, dell’abusivismo, degli incendi e dell’ inquinamento ambientale e sociale che attanaglia la Campania, nel mentre dovrebbe assumere il ruolo di vettore di economia e di occupazione, chiedendo al Governo di appostare nella prossima Legge di Bilancio sgravi fiscali di settore e benefici destinati specificamente al Sud, e non solo misure di ordine generale, apparentemente equitative, che, se non ben calibrate e regolate, finiranno  per favorire, come per i bonus del governo Renzi,  essenzialmente il Centro- Nord.
Da subito al Governo regionale va chiesto di esercitare le proprie competenze e i propri poteri per:
La costituzione di un gruppo di neolaureati presso il Consorzio Universitario per la Prevenzione dei Grandi Rischi (C.U.G.RI), che ha sede presso l’Università di Salerno, per la predisposizione di una mappa dei rischi ambientali, compresi gli incendi, con le relative linee d’intervento. La proposta può essere finanziata, oltre i contributi nazionali ed Europei, con risorse regionali che si possono agevolmente reperire dal taglio di contributi inutili che la Regione eroga a pioggia ogni anno, una sensibile riduzione degli incarichi di consulenza, e se necessario un’addizionale regionale sui redditi superiori a 150.000,00 euro;
Il finanziamento nel settore del turismo e dei beni culturali, per i giovani il cui reddito familiare non superi i 24mila euro annui, di un corso per la formazione per 1000 guide turistiche per la Campania, da assegnare presso enti pubblici e privati, prevedendone l’assorbimento a regime.
E’ questa una traccia sulla quale promuovere politiche economiche generali che abbiano come obiettivo nazionale lo sviluppo del Mezzogiorno, quale obiettivo strategico in interesse generale, che da troppi anni  è stato espunto dall’agenda del Governo.
Il coordinamento ProvincialeArticolo UNO – MDP