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FUGA DALL’ITALIA DEI VALORI IN CAMPANIA: DOPO BARBIROTTI ANCHE FORMISANO LASCIA DI PIETRO

Accomunati dallo stesso destino. Politico naturalmente (almeno per ora). Pare che il governo Prodi abbia portato sfortuna ai suoi ministri. Ed in particolare a tutti coloro che alle primarie dell’epoca sfidarono il professore. Prima Pecoraro Scanio (scomparso chissà dove), poi Mastella (rifugiatosi a casa Berlusconi per poi volare a Bruxelles) ed infine, ultimo in ordine di tempo, Antonio Di Pietro.
E’ notizia delle ultime ore una Idv ormai allo sfascio anche in Campania. L’ultimo colpo di grazia, le dimissioni del coordinatore regionale (attuale senatore) Nello Formisano che porterebbe con sé gran parte del gruppo della Regione Campania. Solo la scorsa settimana il primo annuncio: quello del salernitano Dario Barbirotti che ha anche disertato la seduta fiume del Consiglio regionale sul piano paesaggistico. L’ex presidente del Consorzio di Bacino Sa2 (finito sotto inchiesta proprio per la sua gestione) la sua decisione l’aveva comunicata già alla vigilia dell’appuntamento di Vasto per poi ufficializzarla successivamente con una nota inviata ai vertici nazionali del partito. E se per l’ex delfino deluchiano l’addio era quasi scontato – già all’indomani dell’inchiesta e successivamente all’insofferenza più volte mostrata – per l’altra parte la bufera sollevata intorno al leader nazionale Di Pietro e il flirt con Grillo, avrebbero contributo sostanzialmente all’ormai sfascio del partito. Fondamentalmente, eccezion fatta per l’intesa con i grillini, Di Pietro non è che abbia mostrato idee chiare sul futuro del suo partito. Tant’è che Formisano e Donadi parlano di un «progressivo e snaturamento della naturale dell’Idv e della fine dei partiti personalistici», annunciando il loro sostegno alle primarie del Pd (in programma il 25 novembre) a Pier Luigi Bersani. Tornando alle vicende di casa nostra, chissà che fine farà Dario Barbirotti che secondo ruomors di Palazzo Santa Lucia ancora deve scoprire le sue carte. In pratica, al momento, non avrebbe aderito a nessun gruppo. Chissà se non ritornerà tra le braccia del primo cittadino Vincenzo De Luca, impegnato, ora più che mai (gli è stato promesso un ministero), a sostegno della corsa di Bersani a Palazzo Chigi. Dunque, non è impossibile immaginare un ritorno nel gruppo Pd – o più precisamente – tra i “progressisti deluchiani” salernitani. Certo che è il terremoto Idv non escluderà anche gli altri organismi territoriali, dove, fino a poco tempo fa, l’ex magistrato aveva costruito una flotta non indifferente. Tra questi Carlo Guadagno, consigliere provinciale oggi in quota Idv che, tra l’altro, sogna anche la candidatura a sindaco di Mercato San Severino o i battaglieri Giorgio e Petti di Pagani, tra gli artefici dell’inchiesta giudiziaria che ha travolto Gambino e compagni. E dire che era riuscito anche a rientrare al Comune di Salerno, con l’adesione del consigliere comunale Augusto De Pascale, di recente investito anche della carica di subcommissario provinciale.
Insomma ora sarà il momento delle scelte per i dipietristi.
Un po’ come avvenne con i mastelliani, ormai dispersi qua e là nei partiti di tutto l’arco costituzionale. Chissà se Di Pietro avesse mai immaginato di essere accomunato a Mastella. Un patrimonio costruito e consolidato (dal più piccolo consiglio d’amministrazione o comunale fino al Governo), ormai distrutto e disperso, durato il tempo di una “Repubblica”: la seconda, proprio quella nata su input dello stesso Di Pietro con mani pulite.
tratto da IL ROMA articolo di Andrea Pellegrino

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