Pasquale Vessa

IL GIORNALE. “VESSA, L’EX DEPUTATO CHE NON E’ NOSTALGICO”. IL QUOTIDIANO DI SALLUSTI DEDICA UN FOCUS ALL’IMPRENDITORE SALERNITANO

C’è vita oltre la politica. Pasquale Vessa, salernitano di Ottati, parlamentare uscente del Pdl, eletto deputato nella scorsa legislatura in Campania, rappresenta un’eccezione forse unica nel panorama degli orfani delle Camere.

 

Rispetto ai tanti «ex» che non riescono a farsi una vita dopo l’esclusione dal Parlamento, continuano a gravitare a Montecitorio e a ricercare un’altra chance di rientrare in quella agognata e ben remunerata aula (o magari di vedersi assegnare la guida di una fondazione, un museo o una municipalizzata) Vessa incarna un altro profilo: quello dell’ «anti-nostalgico».
«Diciamo che se prima mi sentivo come dentro una Panda, ora mi sento come alla guida di una Ferrari» racconta. «Per carità, l’esperienza da parlamentare è stata bella ma per me che sono di stretta osservanza berlusconiana – fui tra i primi ad aderire ai club di Forza Italia – la permanenza in Parlamento dopo le dimissioni di Berlusconi e l’arrivo del governo Monti è stata faticosa. E questo si è riflesso anche sulla mia presenza in aula, un tempo all’86%».
La riconversione di Vessa in comune cittadino è stata sicuramente aiutata dalla sua forma mentis di imprenditore, dal suo sentirsi «in prestito» alla politica. Dal febbraio scorso l’ex deputato azzurro è tornato ad occuparsi di impresa a tempo pieno, lavorando per la sua azienda «Ambiente Energia». «Sono un uomo del fare e ho preferito tornare a fare l’imprenditore. Il lavoro in Commissione, dove spesso abbiamo accolto le più importanti aziende nel settore delle rinnovabili, mi ha stimolato a rituffarmi nella mia attività. Stiamo lavorando molto sulla microcogenerazione ma anche sul metano liquido che oggi appare come il carburante più ecologico ed economico tra quelli effettivamente disponibili e ha grandi possibilità di sviluppo in Italia e in Europa».
Rimpianti particolari non mostra di averne, se non per l’incapacità di essere riuscito a sdoganare e comunicare l’attenzione del centrodestra verso i temi ambientali. «Sì, di questo me ne faccio una colpa. Il centrosinistra è riuscito a intestarsi la Green Economy quando questa esigenza è sentita in maniera altrettanto forte a destra e ci sono tante realtà imprenditoriali che rappresentano il talento e la creatività italiana. Peraltro questo è uno dei pochi settori che può creare occupazione (la sua impresa impiega circa 50 persone ndr). Io peraltro non mi rivolgo agli appalti pubblici, è una scelta che ho fatto quando sono stato eletto per evitare conflitti di interessi. Noi lavoriamo con capitali privati e con finanza di progetto».
Le sirene della politica non sembrano tentarlo. «Io ringrazio Berlusconi. Lo ricordo nel 2006 a Napoli a una manifestazione. Io ero al telefono con mia moglie, lui si fece passare il telefono e le disse: Suo marito crede di essere un grande imprenditore ma non potrà mai essere al mio livello. Chi sono? Sono Silvio Berlusconi. Lui è il motore del centrodestra ma nelle Camere ci sono troppe persone che nella vita non hanno combinato niente, un buon 80%. Accettano di restare ancorati a un’ottima busta paga a pigiare bottoni. Una vera riforma del sistema dovrebbe prevedere un massimo di due legislature con l’obbligo poi di tornare a fare qualcosa per il Paese. Inoltre per essere eletti bisognerebbe dimostrare di aver fatto qualcosa nel proprio settore. Altrimenti non si è in grado di offrire un servizio. Anzi, al contrario, si finisce per fare politica solo per fare un servizio a se stessi».

 

TRATTO da ilgiornale.it 

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