Questa mattina, presso l’Aula Magna “Vincenzo Buonocore” del campus di Fisciano, si è tenuto l’Evento di Presentazione della Fondazione SERICS (Security and Rights In the CyberSpace). La Fondazione nasce come soggetto attuatore del progetto SERICS (progetto di Partenariato Esteso nell’ambito del PNRR – Missione 4, componente 2 | Linea 7 “Cybersecurity, nuove tecnologie e tutela dei diritti”) ed ecosistema di ricerca che riunisce grandi attori nazionali intorno ad un’importate sfida: lo sviluppo della “vision” attuale e futura della Cybersecurity
“In un’epoca storica in cui il numero di attacchi cyber cresce di anno in anno a livello internazionale, la Cybersecurity diventa un ambito centrale di studio e di ricerca che merita una profonda attenzione” – ha esordito così il Rettore Vincenzo Loia in apertura dell’evento, illustrando obiettivi, azioni e impegni della Fondazione SERICS.
Atenei pubblici, istituzioni universitarie, centri di ricerca, fondazioni e grandi aziende di interesse nazionale, questi sono i partner della Fondazione che vede l’Università di Salerno impegnata in qualità di soggetto capofila dell’omonimo progetto “SERICS” che, con un costo di oltre 110 milioni di euro, si propone di potenziare la ricerca del settore.
“Abbiamo risorse importanti da investire sulla ricerca fondamentale, industriale, sperimentale e sulla formazione – ha aggiunto il Rettore. Le attività di SERICS si svilupperanno su 10 spoke, ovvero 10 strutture di ricerca distribuite sul territorio nazionale. Avremo la possibilità di vedere unita insieme una grande comunità scientifica di esperti di cybersecurity e tutto questo ci permetterà di lavorare sulle criticità attuali e future” – ha concluso il Rettore.
A seguire l’intervento del Prefetto di Salerno Francesco Russo che ha sottolineato: “Il tema di oggi, la Cybersecurity, è sicuramente una tra le principali sfide che ci troviamo ad affrontare in questo tempo moderno indissolubilmente interconnesso. I nostri meccanismi di difesa e le strategie di risposta alle nuove sfide dovranno necessariamente adattarsi a questo cambiamento radicale verso la dimensione dell’immateriale. Mi piace ricordare che sul nostro territorio, proprio nell’ottica della sinergia, il Centro Operativo Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale e delle Comunicazioni della Campania ha intensificato i rapporti con istituzioni, enti ed organizzazioni promuovendo progetti e iniziative volte in particolare alla prevenzione dei rischi”.
A seguire l’intervento del Presidente delle Regione Campania Vincenzo De Luca: “L’Università di Salerno è capofila di un progetto per la cybersicurezza nel nostro Paese e quella della competenza digitale dell’Ateneo di Salerno è un’eccellenza nazionale ed internazionale. Oggi il mondo digitale offre grandi opportunità ma è esposto anche a fenomeni di hackeraggio e guerra digitale da cui occorre difendersi. Da qualche settimana c’è anche un rapporto di collaborazione diretta tra la Regione Campania e l’Università proprio per garantire i livelli di sicurezza dei nostri sistemi informatici. Abbiamo sistemi informatici avanzati per quanto riguarda la sanità, le opere pubbliche, la protezione civile e dobbiamo sapere che se la cybersicurezza non viene garantita rischiamo di mettere in pericolo alcuni servizi di civiltà. L’Università di Salerno conduce un lavoro di formazione di giovani informatici, giovani ingegneri che è davvero prezioso per garantire il personale in grado di padroneggiare i sistemi informatici”.
Le conclusioni della mattinata sono state affidate al Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi che nel suo intervento ha dichiarato: “La scienza è essenziale alla nostra – e nella nostra – quotidianità: ci serve perché è attraverso scienza e tecnica che accresciamo la nostra conoscenza del mondo e siamo in grado di provvedere al nostro benessere, tutelando la nostra libertà. Tuttavia, terreni complessi come quello della cybersicurezza – che rappresentano una sfida interdisciplinare plasticamente rappresentata dai molteplici filoni di questo mirabile progetto – non rilevano soltanto per i risultati che la ricerca è in grado di produrre, ma anche per le intelligenze che sono in grado di muovere. Intelligenze che per loro natura sapranno fare rete e disseminare i frutti dello studio in ambiti microscopici e concreti, garantendone la sostenibilità e la diffusione sui territori”.