Ad un anno dal suo ingresso nelle stanze della Direzione Generale dell’ASL di Salerno il manager ANTONIO SQUILLANTE, in un’intervista rilasciata ad agendapolitica.it, torna sui temi dell’attualità, dall’Ospedale di Agropoli alla vicenda della pignorabilità dei fondi, senza tralasciare precise stoccate al mondo della politica ed alla categoria dei medici.
Squillante, cosa accadrà all’Ospedale di Agropoli il 15 settembre ?
“Quello che è stato deciso e confermato: si procederà alla trasformazione in PSAUT. A meno che... ”
A meno che ?
“A meno che il Governo, il Ministro competente non proceda, nei tempi necessari, alla modifica del Decreto 49, la legge che ho applicato nel caso dell’Ospedale di Agropoli. A Roma non mancano, nella maggioranza ed anche nel Governo, illustri esponenti politici della Provincia di Salerno“.
E’ trascorso quasi un anno dal suo insediamento in Via Nizza. Che bilancio traccia ?
“Ho trovato una realtà complessa e difficile da governare. La piu’ grande azienda, per numero di dipendenti, di tutta la Provincia di Salerno. Basta questo per comprendere quanto sia complicato, ogni giorno, portare avanti il lavoro di una macchina tanto grande“.
Quali sono i 3 provvedimenti che l’hanno gratificata ?
“Innanzitutto l’Atto Aziendale, giusto per rimanere nell’attualità. Poi la cancellazione di oltre 70 strutture complesse con tutto il risparmio che ne è derivato. Infine l’apertura del Polo Oncologico di Pagani”.
E le 3 cose che l’hanno demoralizzata ?
“Le sterili polemiche di politici ed amministratori pubblici del Salernitano che hanno saputo dire solo NO senza avanzare una sola proposta costruttiva. Poi le continue modifiche legislative che rendono ancora piu’ complicato il lavoro di gestione e di programmazione. Chiudo con una triste constatazione: c’è personale medico e paramedico che specula sulla salute dei cittadini”.
A proposito di medici, che giudizio diamo a quelli che lavorano all’interno dell’ASL di Salerno ?
“Per molti, anche rimanere in tema universitario, un bel 30 e lode. Altri, non tanti ma neppure pochissimi, dovrebbero scrivere almeno 100 volte sulla lavagna il Giuramento di Ippocrate. Forse non lo ricordano bene“.
