Elvira Lenzi

OSPEDALE DI SALERNO: LENZI PRONTA A DIMETTERSI. INTANTO ANIELLO SALZANO INTERVIENE SULLA VICENDA SANITA’

E’ una voce che arriva da Napoli, dagli uffici della Regione Campania, dove, nel corso del passato fine settimana, c’è stato un duro confronto tra i dirigenti di Palazzo Santa Lucia e dell’assessorato regionale alla sanità e la manager dell’azienda ospedaliera Ruggi d’Aragona di Salerno.

 

 

 

 

Elvira Lenzi, nominata direttore generale del nosoconomio salernitano poco piu’ di un mese fa, sta valutando con grande attenzione l’ipotesi di rassegnare le dimissioni dall’incarico. Una ipotesi che, se confermata, sarebbe davvero una bocciatura per le scelte del Governatore Stefano Caldoro che aveva indicato la dottoressa Lenzi, quale sostituta del manager ATTILIO BIANCHI, al termine di una lunga e tormentata trattativa, nella quale, oltre ad una serie di equilibri politici, erano stati presi nella giusta considerazione anche ragioni di carattere territoriale.

E la Lenzi, invece, è sul punto di gettare la spugna, anche perchè la situazione che ha trovato all’interno dell’Azienda Opsedaliera Ruggi d’Aragona, è tutt’altro che tranquilla e serena.

Un momento di riflessione e di accorta valutazione di una serie di problemi di carattere finanziario-amministrativo, tanto che la Lenzi, dopo la nomina a manager dell’ASL di Salerno di Antonio Squillante non si è per nulla preoccupata a nominare il nuovo direttore amministrativo dell’azienda ospedaliera, senza dimenticare che resta ancora vacante anche l’incarico di direttore sanitario.

 

 

ANIELLO SALZANO INTERVIENE SULLA SANITA’ IN PROVINCIA DI SALERNO

 

Tanto tuonò che piovve. Finalmente da qualche settimana con il ritorno alla gestione ordinaria si è conclusa la stagione dei Commissariamenti straordinari nelle ASL. Tutti si augurano che con quella dei generali e dei Colonnelli si sia conclusa anche la stagione degli annunci sensazionali e degli spot, che, come i fuochi pirotecnici, hanno un effetto molto effimero. A molti poi è sembrato che siano serviti più a promuovere l’immagine di qualcuno che a sanare effettivamente il deficit della sanità salernitana, davanti al quale, il dott. Antonio Squillante, il nuovo manager dell’ASL di Salerno, cui tutti noi facciamo i migliori auguri (ne ha proprio bisogno), già ha mostrato evidenti perplessità. Infatti, nella sua presentazione, ha tenuto a sottolineare che “alcune anomalie” nei bilanci, da verificare al più presto, destano qualche preoccupazione. Squillante sa di aver ereditato una difficile situazione finanziaria così come sa che la sanità rappresenta un buco nero sempre pieno di sorprese. Ma a preoccuparlo non è solo questo, se è vero quanto denunciano i Sindacati, il personale medico e paramedico, i laboratori e gli operatori della sanità privata: molto poco si è fatto per eliminare gli sprechi, per risolvere i problemi endemici e molto meno per tenere aperto un utile, necessario e costruttivo dialogo con le varie componenti del mondo della sanità. Intanto mentre il dott. Bortoletti, restituito al suo lavoro, nell’Arma dei Carabinieri, dove di sicuro farà meglio, i salernitani, sfortunati utenti di una sanità allo sfascio, continueranno a dibattersi nelle difficoltà di sempre: nelle Farmacie pronte alle serrate perché non rimborsate, negli esami radiologici che si rischia di effettuarli solo a pagamento, negli ospedali che rimbalzano il povero malato da un plesso all’altro per le “macchine scassate”. Qualcuno dovrà pur spiegare perché mai a Salerno non vengano supportati quei pochi operatori privati che prima del profitto si pongono l’obiettivo di una qualificazione capace di soddisfare le esigenze dei cittadini. In un Paese civile non si possono costringere migliaia di cittadini a trasferimenti per cure ed esami fuori regione, sottoponendo malati e parenti a sacrifici inauditi e a costi che poi si riverberano pesantemente sul già appesantito bilancio regionale.

Ma perché questa disgraziata Regione, in cui si è schiacciati dalle accise e dall’IMU al massimo, dalle Assicurazioni auto e dalle addizionali più alte d’Italia, non riesce a migliorare il livello qualitativo dell’assistenza sanitaria ? Quanto tempo occorre ancora alla Campania, che insieme al Lazio rappresenta il 60% del deficit sul bilancio della sanità nazionale, per il piano di rientro ? I cittadini queste sono le domande che si pongono, chiedendosi quando riuscirà la politica a dare le risposte più adeguate. Intanto, sfiduciati e avviliti, addossano le responsabilità della sfacelo alle scelte di una politica miope e lenta, che, con la sua invadenza, e con le decisioni dettate dalla logica dell’appartenenza più che da criteri meritocratici, arreca danni enormi alla collettività e rischia solo di perpetuare i difetti e i vizi del passato.

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Aniello Salzano

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