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PIAZZA ALMIRANTE A MONTECORVINO PUGLIANO. FIORILLO (IDV): “FUORI I FASCISTI DALLE ISTITUZIONI”. ED INTANTO SCRIVE ALLA PREFETTURA

Mentre in tutta Italia si celebrava l’anniversario della strage nazista di Marzabotto, nella quale – per ordine delle S.S. – vennero uccise 1.830 persone tra cui molte donne e bambini, in una piazza di Montecorvino Pugliano si consumava una delle peggiori pagine della storia politica del comune picentino. In una piazza vuota, al cospetto di circa 15 nostalgici (tra i quali altri 3 sindaci del comprensorio e due ex senatori della Repubblica), il sindaco di Montecorvino Pugliano Domenico Di Giorgio inaugurava il busto raffigurante la figura di Giorgio Almirante alla presenza della moglie Donna Assunta.

 

Giorgio Almirante, secondo le uniformi ed indiscusse fonti storiche, è stato Capo di Gabinetto del Ministro di Mussolini, poi passato al ruolo di tenente della Brigata Nera del Min.Cul.Pop.. Ed in questa veste, fu autore di innumerevoli fucilazioni ai danni di ebrei e partigiani e fu il firmatario di un manifesto apparso in epoca fascista (tuttora custodito al comune di Massa Marittima) nel quale ed apparve un manifesto firmato da Almirante in cui si decretava la pena della fucilazione per tutti i partigiani che non avessero deposto le armi e non si fossero prontamente arresi. Almirante, il 4 novembre 1947 è staro condannato a 12 mesi di confino per apologia del fascismo ed apparve un manifesto firmato da Almirante in cui si decretava la pena della fucilazione per tutti i partigiani che non avessero deposto le armi e non si fossero prontamente arresi. Almirante, il 4 novembre 1947 è staro condannato a 12 mesi di confino per apologiani ed apparve un manifesto firmato da Almirante in cui si decretava la pena della fucilazione per tutti i partigiani che non avessero deposto le armi e non si fossero prontamente arresi. Almirante, il 4 novembre 1947 è staro condannato a 12 mesi di confino per apologia del fascismosi decretava la pena della fucilazione per tutti i partigiani che non avessero deposto le armi e non si fossero prontamente arresi. Almirante, il 4 novembre 1947 è staro condannato a 12 mesi di confino per apologiasi decretava la pena della fucilazione per tutti i partigiani che non avessero deposto le armi e non si fossero prontamente arresi, ed il 4 novembre 1947 fu condannato a 12 mesi di confino per il reato di apologia del fascismo.

La legge n.645/1952 recita testualmente che “si ha riorganizzazione del disciolto partito fascista quando una associazione, un movimento o comunque un gruppo di persone non inferiore a cinque … rivolge la sua attività alla esaltazione di esponenti, principi, fatti e metodi propri del predetto partito o compie manifestazioni esteriori di carattere fascista”.

E Giorgio Almirante è stato senza ombra di dubbio un esponente del partito fascista !!

Quanto è costata ai cittadini questa inutile pagliacciata? Quanto sono costati ai cittadini la scultura di Almirante, la banda musicale, le spese per l’accoglienza in hotel di 15 persone, le forze dell’ordine mobilitate per l’occasione, dolci, pizzette e champagne ??

Inoltre, visto che tra i partecipanti a detta manifestazione risultano essere presenti ben 4 sindaci e due ex senatori della Repubblica, chiederemo in via ufficiale al sig.Prefetto di Salerno di  conoscere se ed in quale occasione la Prefettura abbia autorizzato l’installazione del busto di Giorgio Almirante e soprattutto per invocare azioni disciplinari esemplari.

“Queste manifestazioni a scopo provocatorio – afferma indignato il coordinatore provinciale Antonio Fiorillo – che si svolgono sotto gli occhi indifferenti delle istituzioni e delle forze dell’ordine mettono a durissima prova la tenuta della democrazia in un momento particolarmente delicato e carico di tensioni della vita politica nazionale. Quando poi a mettere in atto questi comportamenti sono rappresentanti delle istituzioni, che un giorno giurano sulla Costituzione Italiana ed il giorno dopo ci sputano sopra, ritengo che la risposta dello Stato – quello vero – non possa più farsi attendere .”

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