Provincia di Salerno

PROVINCIA DI SALERNO. IL 16 GIUGNO CONSIGLIERI DECADUTI, IN CARICA, SENZA INDENNITA’, PRESIDENTE E GIUNTA

Conto alla rovescia iniziato per lo sciogliemento del Consiglio Provincia di Salerno, così come stabilito dal Decreto RENZI, con il quale si va verso una trasformazione degli Enti Provincia in tutta Italia. Alla mezzanotte del 16 giugno i consiglieri provinciali cesseranno dalla funzioni mentre, in carica, ma senza alcun tipo di indennità, resteranno il Presidente e la Giunta. Una data storica che segnerà la fine dell’epoca nella quale i Consiglieri Provinciali venivano eletti dal popolo. Da Settembre, infatti, si passerà all’elezione di secondo livello, con la partecipazione di oltre 3.000 elettori tra sindaci e consiglieri comunali dei 158 comuni della Provincia di Salerno. Ed intanto ? Cosa accade ?

 

Il Presidente e la Giunta, come dicevamo, senza alcuna indennità, resteranno in carica per l’ordinaria amministrazione, per consentire il funzionamento essenziale dell’Ente, per fronteggiare eventuali emergenze con un problema molto concreto: la riduzione dei trasferimenti dello Stato. Resta un enorme punto interrogativo anche per il futuro dei dipendenti dell’Amministrazione Provinciale. 

 

LA DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE ANTONIO IANNONE – Oggi ho tenuto l’ultimo Consiglio Provinciale. Ci tenevo a ringraziare tutti gli assessori, i Consiglieri, i Dirigenti e i dipendenti della Provincia che in questi 5 anni hanno lavorato alacremente al servizio del territorio. E’ stata un’esperienza umana e politica che conserverò sempre nella mia mente e nel mio cuore. Rimarrò in carica con la giunta gratuitamente per altri 6 mesi, mi assumerò responsabilità e rischi che governi nazionali vigliacchi hanno posto sulle nostre teste ma in vita mia non ho mai disertato al mio dovere. Lo faro’ perché ho creduto e credo che questa Istituzione lo meriti e non mi stancherò mai di denunciare la criminale azione che Monti, Letta e Renzi hanno consumato a danno delle Province e dei Cittadini che presto scopriranno cosa hanno perso in termini di servizi e di rappresentanza. A Palazzo Sant’Agostino resta un giudice e la storia renderà giustizia.

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