PROVINCIA IN CRISI, IANNONE (FDI-AN): “TRA POCO NON PAGHERANNO NEPPURE GLI STIPENDI”

Sulla crisi finanziaria che interessa la Provincia di Salerno interviene l’ex Presidente a Palazzo Sant’Agostino Antonio Iannone.

In tre anni hanno portato la Provincia di Salerno al dissesto. Dal PD nazionale al PD locale hanno seppellito l’Istituzione più antica ed importante del nostro territorio. Quando, in tempi non sospetti, denunciavo gli effetti che avrebbe causato la Legge Delrio (braccio destro di Renzi) i PD salernitani facevano i professori della buona amministrazione, promettevano di aggiustare tutte le strade provinciali, le scuole superiori ed ogni bene per i territori; oggi abbaiano alla luna, piangono miseria, si giustificano e danno colpe ai predecessori raccontando bugie agli amministratori di periferia. Intanto l’anno scolastico sta per iniziare e le scuole destano pesanti preoccupazione, l’inverno è alle porte e sono facilmente prevedibili frane e smottamenti che finiranno ad isolare intere aree della provincia già malservite da strade al collasso. I Cittadini pagano tasse elevatissime e non ricevono alcun servizio. Hanno dilapidato un tesoretto che avevo lasciato come liquidità di cassa grazie ad un prodigioso recupero di 66 milioni di euro di mancati trasferimenti erariali da parte del Ministero degli Interni. Tra poco non saranno capaci di pagare neanche gli stipendi ai dipendenti, finita questa risorsa. Canfora ha invocato il suo governo nazionale di inserire fondi nella manovrina ma non ha ottenuto niente, ha pregato la Regione del suo carceriere politico per avere risorse per le scuole e non ha ottenuto nulla, non gli resta che pregare affinché non si verifichi qualche disgrazia di cui sarebbe unico responsabile. Cosa ci si poteva aspettare da un presidente come Canfora che si è schierato al referendum del 4 Dicembre 2016 per l’abolizione di se stesso. Se avesse dignità ed orgoglio politico dovrebbe dimettersi o da Presidente della Provincia o dal PD ma sarebbe come attendersi dimostrazione di coraggio da Don Abbondio.