Pubblico o privato che sia il trasporto salernitano è in grande sofferenza. Ci mancava solo la vicenda Eavbus a far storcere ulteriormente il naso a tutto il settore della provincia di Salerno. Certo, nulla né contro l’azienda né nei confronti dei circa milletrecento dipendenti della società del trasporto su gomma del napoletano, dichiarata fallita a metà novembre. Il problema, qui, è uno soltanto e si chiama Consiglio regionale della Campania.Insomma, uno scenario che indispettisce, ma soprattutto preoccupa l’ambiente salernitano, alle prese con crisi aziendali di una certa consistenza.
Gerardo Buonocore, direttore della Buonotourist e consigliere del gruppo trasporti di Confindustria Salerno, proprio non ci sta e fa le pulci ai provvedimenti regionali, senza tanti complimenti. «Siamo stanchi di fare i “figli scemi” della grande famiglia della Regione Campania. Ma i consiglieri regionali eletti nella provincia di Salerno dove sono?» – con queste parole, Buonocre dice la sua sulla legge che tenta di risollevare le sorti dell’azienda partecipate della Regione. «Hanno approvato questa legge Salva Eavbus – continua – con la quale si accordano 3 milioni di euro come anticipazione del mese di dicembre e noi aziende di Salerno stiamo ancora aspettando i pagamenti di settembre. E’ assurdo e vergognoso. Qua per non far chiudere Eavbus, fanno chiudere noi, impetosamente. Perché noi siamo senza soldi per pagare stipendi e fornitori. Noi viviamo del nostro lavoro e questa gente va avanti con gesti sconsiderati. Senza considerare l’applicazione del taglio del 38% al settore del tpl da parte della Regione Campania, risorse che comunque il Governo nazionale ha stanziato. Che fine hanno fatto? Perché sono stati tolti ad un servizio importante come quello dei trasporti? Noi, in pratica, sosteniamo gli stessi costi di produzione ma con ben il 38% delle risorse in meno che sono state destinate a copertura di altri debiti». Infine, aspra critica anche nei confronti del Grande bacino unico regionale, con cui, secondo Buonocore, la Regione «vuole evocare a sé l’intera gestione del tpl campano. Insomma, mettere tutti sotto ricatto».
