“Un plauso alle forze dell’ordine, insieme Guardia di Finanza e Nucleo Carabinieri per la tutela del Lavoro, impegnati stamane all’alba, nella maxi operazione nelle province di Salerno, Napoli e Caserta che ha assicurato alla giustizia 36 persone per attività dedite all’associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, corruzione, falso in atto pubblico e autoriciclaggio. Un segnale importante per riaffermare i principi di legalità sul territorio e rinnovare l’urgenza di contrastare ogni attività illecita dedita a sfruttare, sino alla riduzione in schiavitù, tutte le persone e in ogni ambito della loro vita.”
Lo dichiara Gianluca Mastrovito, Responsabile Nazionale Acli politiche per l’Immigrazione e Accoglienza.
Il contrasto allo sfruttamento lavorativo, deve rappresentare una delle priorità politiche del Governo per contrastare un fenomeno diffuso, caratterizzato dalla violazione di diritti umani, del lavoro e sottrazione della dignità e non di meno dai pregiudizi erariali causati allo Stato dalla criminalità.
Un meccanismo – quello del Caporalato – che è trasversale a diversi settori produttivi che nasce e si insinua tra domanda e offerta di lavoro e individua come obiettivi i migranti che l’attuale legge italiana rende irregolari, esponendoli alle logiche di ricatto e illegalità.
La Bossi-Fini, oggi anacronistica, immaginando – erroneamente – di contrastare le migrazioni irregolari inasprendo le disposizioni in materia con politiche restrittive e securitarie ha prodotto di fatto l’esatto effetto contrario: davanti a una maggiore difficoltà di accedere in maniera regolare all’Italia, all’impossibilità di arrivare e/o restare senza un contratto di lavoro, è cresciuto il numero di coloro che rimangono nel limbo del mancato documento che consentirebbe l’emersione e la possibilità di costruirsi una vita alla luce del sole.
Dunque oggi, enfatizzare la presenza di segmenti di criminalità, significa ignorare meccanismi che derivano proprio dalla legge.
Un disposto normativo che genera irregolarità e che permette che si possano creare mercati economici paralleli per acquisire la possibilità di entrare in Italia, all’interno delle quali si innestano vere e proprie truffe e violazioni dei diritti.
Rapporti e condizioni di lavoro così create, oltre a sfociare nell’irregolarità e/o sfruttamento lavorativo sono di certo funzionali a provocare – oggi numerose – enormi criticità e rischi; come sinistri e morti sul lavoro legati appunto ad una improvvisazione professionale, a cui si unisce una approssimativa tutela alla salute e sicurezza sui luoghi di lavoro.
Le Acli ribadiscono, pertanto, la necessità nella valutazione e governance dei fenomeni migratori, di abbandonare la logica emergenziale, riparativa e securitaria delle attuali politiche di immigrazione a favore di un ri-disegno della legge quadro, capace di dar vita ad una riforma che sia strutturale e di respiro più ampio sui temi dei diritti. Naturalmente la premessa è sottrarre il fenomeno alla propaganda e strumentalizzazione che genera semplificazioni enormi.
Il “decreto flussi” che oggi resta l’unico strumento – imperfetto ma prezioso proprio perché unico – per gli “ingressi” legali nel nostro paese, riteniamo sia bisognoso di essere ridefinito in tutti i suoi adempimenti e procedure (il Click day ha mostrato deficit tecnologici e legislativi che di fatto generano gravi ingiustizie e alimentato una esperienza frustrante da un lato e dall’altro la florida attività dei caporali) nel tentativo di tenere insieme la tutela della dimensione umana delle persone e fornire risposte ai reali bisogni produttivi del Paese; risposte che non possono di certo essere basate sulla determinazione di rigide quote i cui criteri di assegnazione restano di dubbia e aleatoria applicazione, a partire dalla cronologia di acquisizione delle domande.
Nei prossimi giorni, su richiesta della Presidenza del Consiglio dei Ministri, a partire dalle criticità in essere, formuleremo nostre porposte funzionali alla predisposizione del dPCM di programmazione dei flussi di ingresso legale in Italia dei lavoratori stranieri per il triennio 2026-2028. Un documento nel quale formuliamo suggerimenti e buone pratiche utili a ripensare modalità di ingresso, regolarizzazione e accesso alle job vacancy nonché riflessioni in ordine ai soggetti preposti ed autorizzati all’ assistenza gratuita dei processi legati ai flussi, in luogo di interlocutori non vocati alla tutela.