GIANNI RUSSO (UNIC): “FASE 2, MENO SCIENZATI E PIU’ IMPRESA PER RIPARTIRE”

Neanche la più fervida delle immaginazioni poteva pensare alla condizione che viviamo, neanche in un film o una sceneggiatura. Viviamo una guerra vera con un nemico subdolo ed invisibile. Molti, sul versante della salute e della economia, stanno pagando un prezzo altissimo. Supereremo tutto con la responsabilità”. Così Gianni Russo, presidente Nazionale Unic (Unione nazionale Industria Conciaria), imprenditore campano, nella newsletter della SSIP che ha il suo centro nevralgico presso il Parco Scientifico e Tecnologico Adriano Olivetti di Pozzuoli.
“Noi – dice il Presidente UNIC- abbiamo messo in campo il gioco di squadra, la coesione, la leale collaborazione. Vale sempre e di più nei momenti di crisi. Abbiamo lavorato all’unisono con Confindustria Moda, con le associazioni a monte ed a valle della filiera. Dal settore tessile e conciario, quello delle materie prime, fino al settore dell’abbigliamento, delle scarpe, delle pelletterie in generale. Non avevamo e non abbiamo altre strade. Solo con questo metodo e con questa visione si può affrontare una emergenza di queste dimensioni”.
“Abbiamo stretto un accordo – ricorda- con le parti sociali per la stesura dei protocolli di sicurezza. Il confronto con i sindacati è stato utile e proficuo, la salute dei lavoratori è una priorità, un irrinunciabile punto di partenza. Anche in questa circostanza, con Confindustria Moda, si è lavorato nella stessa direzione”.
“Abbiamo – sottolinea- avviato un confronto con le Istituzioni, con la politica. Abbiamo registrato limiti ed una evidente tendenza, del Governo in particolare, ad appiattirsi sui giudizi e le indicazioni dei comitati scientifici. Hanno avuto, nella fase iniziale, un ruolo fondamentale per la organizzazione della prevenzione e della risposta sanitaria ma per quanto attiene alla ripartenza della economia servirebbe un altro coraggio, misure più concrete. Servirebbe, senza offendere nessuno, la competenza di chi lavora e produce. Nei diversi comitati molti scienziati, vanno benissimo per la salute, meno per la parte economica. C’è, in molta parte della classe dirigente e degli scienziati, poca cultura in materia economica e scarsa cultura in materia di lavoro”.
Per Russo “Deve ripartire l’economia reale del Paese. Molte realtà mondiali e dell’Europa sono già in moto e noi rischiamo di arrivare tardi. Quando parlo di economia reale penso alle eccellenze del nostro sistema, al made in Italy, al nostro indiscusso ‘saperci fare’, ai grandi ‘mestieri’. Siamo in catalessi”.
“Non servono – rilancia – i prestiti, ma sussidi concreti. Il prestito, in questa fase, rischia di essere la pugnalata al moribondo, fa danni. Il Governo ci faccia ripartire, ci faccia essere competitivi sul sistema delle tasse, del costo del lavoro e della energia. Al resto ci pensiamo noi”.
Sullo sfondo la sfida della Ricerca e della SSIP “Con la Stazione sperimentale il lavoro ed il confronto è costante da sempre” rilancia Russo, forte dei numeri e della esperienza di Casandrino. Una eccellenza del sud, dell’intero Paese.
“Credo molto nella sfida, nella innovazione, nella ricerca applicata. Abbiamo affrontato temi fondamentali, quelli del risparmio energetico, della riduzione delle acque e dei prodotti chimici; su questi punti continueremo ad investire”.