“Credo ci siano le condizioni per entrare in una Terza Repubblica, con una destra pienamente di governo. L’invito che abbiamo fatto a Fini e Rutelli parte da qui. Non è solo una voglia di amarcord”. Lo ha detto il responsabile Organizzazione nazionale di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli, in un’intervista a La Stampa.
“Ogni stagione ha i suoi protagonisti – afferma – Nella Prima Repubblica, all’interno dell’Msi, della Dc e del Pci c’erano figure di grande spessore politico e umano. Paragonarsi a giganti di quella statura vorrebbe dire montarsi la testa”.
Quanto al rifiuto della segretaria del Pd, Elly Schlein, di andare ad Atreju, Donzelli sostiene: “A me fa piacere che chiunque accetti l’invito e anche per lei forse sarebbe stato meglio venire, ma non voglio darle consigli”. E se ha provato, quindi, soddisfazione nel vedere la spaccatura nel campo largo sulla leadership dopo quell’invito alla kermesse, “al campo largo non serve certo Atreju per spaccarsi – risponde – Basta guardare i loro voti in Parlamento quando si parla di politica estera. Le divisioni al loro interno, purtroppo, sono reali”.
‘Purtroppo’ perché “all’Italia farebbe bene un bipolarismo con due poli coesi che offrano visioni alternative di Paese”.
Per quanto riguarda la legge elettorale, “non vogliamo fare una legge elettorale per indirizzare il risultato. Chi ci ha provato ha sempre ricevuto brutte sorprese. Ma c’è un obiettivo che va raggiunto – aggiunge – la stabilità. In questa legislatura è stata garantita dalla nostra compattezza, ma nella scorsa ci sono stati 3 governi con 3 maggioranze diverse”.
Parlando poi della riforma della magistratura e del referendum, “non abbiamo nessuna intenzione di fare comitati di partito. Ovviamente ci impegneremo per il Sì, perché è una nostra riforma e la difenderemo”, sottolinea. E se Forza Italia abbia il diritto di rivendicarne la paternità, “è una riforma di tutto il centrodestra”, conclude.
