Doveva essere – secondo indiscrezioni trapelate nel primo pomeriggio di ieri – la riunione definitiva per sancire definitivamente l’appoggio politico di una parte dell’Udc salernitana alla candidatura di Vincenzo De Luca alle primarie del Pd.
Ma, forse, la notizia del possibile azzeramento della competizione interna al centrosinistra avrà colto di sorpresa il segretario provinciale Luigi Cobellis che, lunedì mattina, attraverso una mail indirizzata ai componenti del comitato salernitano, ha convocato per ieri sera una riunione nel quartier generale del partito, in via Francesco Paolo Volpe a Salerno. Il documento, di sole poche righe, invitava semplicemente i destinatari a partecipare al vertice ma, al contrario dei precedenti, era privo dell’ordine del giorno. Anche se, molti dirigenti qualche idea se la saranno subito fatta visto che, negli ultimi giorni, il dibattito interno al partito sulle alleanze in vista delle elezioni regionali è andato crescendo. Venerdì scorso, infatti, il vice segretario nazionale Giuseppe De Mita da Palazzo di Città aveva aperto pubblicamente ad un dialogo politico con il presidente della Regione uscente Stefano Caldoro; mentre qualche ora dopo proprio Cobellis si era mostrato più cauto: “Le alleanze non si decidono mai a tavolino perché sono sempre il portato di una storia, il frutto di un progetto comune, il risultato di condizioni precise e di rapporti fatti soprattutto di reciproco rispetto e attenzione. Per questo non possono essere ammesse corse solitarie e personalismi di sorta”. Parole chiare e inequivocabili che – da indiscrezioni – il segretario dell’Udc ha ripetuto anche ieri sera nel corso della riunione a porte chiuse con i fedelissimi. Anzi sarebbe andato oltre confermando che l’alleanza alla Provincia con il Pd va avanti e che a maggio sarà ripetuta alle elezioni comunali di Angri e molto probabilmente anche a quelle di Eboli. Ma, visto il caos che regna nel Pd campano, avrebbe preso tempo sulle regionali dicendo ai presenti che, in quel caso, l’alleanza sarà subordinata alle decisioni prese dai vertici nazionali. Dunque, Cobellis non si sarebbe sbilanciato mantenendo aperta la porta per un’intesa con Caldoro. Alla riunione di ieri, però, qualche sedia vuota c’era visto che gli uomini vicini al presidente provinciale Vincenzo Inverso, da sempre contrario a un’alleanza con il centrosinistra e sostenitore di un accordo politico con Caldoro, hanno preferito restare a casa. E’ il caso, tra gli altri, del segretario amministrativo Francesco Frezzato, del presidente cittadino Luigi Provenza e del dirigente nazionale Aniello Salzano. Ed è proprio quest’ultimo a prendere di mira Cobellis: “E’ inaccettabile che venga convocata una riunione senza conoscere l’ordine del giorno. E, soprattutto, è assurdo che il segretario continui ad essere ambiguo sulle regionali visto che è un capogruppo di maggioranza”. Per questo l’ex sindaco di Salerno difende la linea politica di Inverso: “Cobellis dice che si sforza invano di far capire a Inverso la posizione dell’Udc affermando che in Campania si potrebbe replicare lo schema nazionale Pd-Udc. Temo, però, che stavolta sia lui a non aver capito. E poiché lo ritengo una persona intelligente penso che finga di non capire. Gli ricordo, infatti, che in Europa sono due le grandi famiglie politiche: la popolare (Ppe) e la socialista(Pse), alternative l’una all’altra. Anche in Italia dovrebbe essere così, ma la difficile situazione economica ha portato alla nascita di questo governo. Un governo a tempo determinato e non un’alleanza strategica”. Infine Salzano sfida il segretario: “Qualcuno immagina di poter far sembrare contrastanti i rapporti con Caldoro, che insieme all’Udc ha ben governato la Campania raggiungendo risultati positivi che nessuno può disconoscere. Ricorrere al politichese e al linguaggio ambiguo, al gioco delle tre carte, provoca un notevole smarrimento tra gli elettori moderati . E’ tempo di abbandonare questa torre di Babele innalzata su una sarabanda di dichiarazioni e di intraprendere la via della chiarezza e della coerenza: a non prestare orecchio a tatticismi, a riti bizantini e a strambe alchimie. Al punto in cui siamo – dice a Cobellis – ci corre l’obbligo di non sfuggire al giudizio degli elettori che hanno il diritto sacrosanto di giudicare ciò che in questi cinque anni abbiamo fatto con una maggioranza di cui ha fatto parte egli stesso. Non si può all’ultimo minuto cambiare la maglia e indossare quella degli avversari temendo il giudizio degli elettori. Sarebbe un grave atto di trasformismo politico che – conclude Salzano – gli elettori punirebbero severamente”.
tratto da IL MATTINO di Roberto Junior Ler
