MATTEO RENZI ALZA LA VOCE SUL RECOVERY FUND: “NON SERVONO ALTRI 300 CONSULENTI”

Renzi “Il Recovery è l’ultima occasione che abbiamo per progettare il futuro del nostro Paese. Penso che la maggioranza debba fare una riflessione seria su cosa fare e su come farlo”. Prova a spiegare così il leader di Italia viva, Matteo Renzi, in un’intervista a Repubblica l’atto di contestazione della formula della task force scelta dal premier Conte.

Quindi Renzi aggiunge: “A luglio ho chiesto pubblicamente a Conte, in aula, di avere un dibattito parlamentare su questo tema, anche utilizzando agosto se necessario. Per mesi abbiamo ricevuto solo silenzio e task force. Poi all’improvviso, dopo tante dirette Facebook, in una intervista al direttore di Repubblica il premier comunica agli italiani che è tutto già pronto e che ci saranno dei tecnici a gestire il tutto”. E ancora: “Del merito non sappiamo niente. Sul metodo siamo contrari”.

Per l’ex premier e leader di Italia viva “Questo modo di fare non è solo sprezzante: è sbagliato” perché “siamo contrari a sovrastrutture di centinaia di consulenti che stanno al Recovery Fund come i navigator stanno al reddito di cittadinanza. Il futuro dell’Italia dei prossimi vent’anni non lo scrivono Conte e Casalino nottetempo in uno stanzino di Palazzo Chigi”, afferma Renzi, che intima: “Spero che il premier si fermi prima di mettere ai voti una scelta non condivisa”.

E per votare sì, Renzi pone una condizione: “L’Italia ha già decine di migliaia di funzionari pubblici, migliaia di dirigenti, venti ministeri. Il problema non è assumere altra gente, ma capire qual è la visione dei prossimi anni. Se la risposta è un’altra inutile task force di 300 consulenti, se la votino da soli”