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VIABILITA’ PROVINCIALE. LA DENUNCIA DELLA CISL DI SALERNO

Viabilità provinciale sempre più disastrata. Disagi maggiori per le comunità del Cilento. “Cosa accadrà con la soppressione delle Province?”, l’interrogativo che si pone la segreteria confederale della Cisl Salerno. A destare preoccupazione, in particolare, sono tre arterie che, di fatto, hanno isolato il territorio.

 

E’ chiusa dall’inizio della scorsa estate, in attesa di un finanziamento regionale, il tratto della Statale 18 che collega Omignano Scalo ad Agropoli, con la città capofila del Cilento raggiungibile solo attraverso una strada comunale in condizioni non ottimale. Situazione simile, che dura da 2 mesi, per la Statale 267, di competenza comunale, che collega Montecorice a Santa Maria di Castellabate, con l’amministrazione comunale della città di San Biagio che promette tempi rapidi per la riapertura ma che intanto si dilatano sempre più. Ma il caso più eclatante resta sicuramente quello della Provinciale 15, che collega Sessa Cilento alla frazione Valle. Il tratto, chiuso da oltre 4 anni, è stato oggetto di un lungo restyling ma, nonostante, tutto la strada è ancora chiusa dopo che i lavori sono terminati da un mese. “Abbiamo il dovere di indignarci, di lanciare un appello e sensibilizzare l’opinione pubblica e i cittadini su un tema vitale che rischia di provocare danni incalcolabili. Una viabilità efficiente e sicura, oltre a tutelare l’incolumità dei cittadini utenti, contribuisce a rilanciare l’intero tessuto socio – economico del territorio, con benefici evidenti per le imprese. Con l’attuale sistema viario bloccato si rischia anche di rendere vani gli sforzi che gli imprenditori locali stanno facendo per uscire fuori dalla crisi”, ha affermato Matteo Buono, segretario provinciale della Cisl Salerno. “I fondi regionali non arrivano, i Comuni fanno fronte con bilanci sempre più esigui e la Provincia non svolge regolarmente la manutenzione sulle strade di sua competenza. Alla luce della soppressione dell’Ente di Palazzo Sant’Agostino dove andremo a finire. Sarebbe opportuno che un ruolo attivo fosse svolto anche dalle Comunità montane che hanno capacità tecniche, uomini e mezzi per poter affrontare questa sfida”.

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